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Melegatti, riapre la fabbrica. Bufala sui social

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Continua a circolare la catena di Sant'Antonio di solidarietà ai lavoratori Melegatti. Tuttavia l'azienda è ripartita con una nuova proprietà.

Melegatti, la storica azienda veronese tra i colossi produttori italiani di pandoro, panettoni e colombe, aveva chiuso i battenti nel settembre 2017, in seguito a investimenti sbagliati e la conseguente impossibilità di pagare i fornitori. Dopo aver dichiarato il fallimento nel maggio 2018, la società è divenuta di proprietà della famiglia vicentina Spezzapria. Melegatti 1894 SpA riparte quindi con 35 lavoratori a tempo determinato, smentendo le bufale che vedrebbero i dipendenti “senza stipendio da mesi“.

Melegatti, il fallimento

Dopo la chiusura di settembre 2017, a novembre il fondo di investimenti Abalone aveva stanziato sei milioni di euro per permettere la ripresa della produzione in vista del periodo natalizio, e il pagamento degli stipendi arretrati. Mentre sembrava che a dicembre 2017 il Gruppo Hausbrandt Trieste 1892, dopo aver investito per Melegatti a sostegno della produzione di colombe e dolci pasquali, avrebbe acquisito la società, questo non si è verificato. Inevitabile quindi il fallimento, dichiarato nel maggio 2018 dal Tribunale di Verona.

Cambio di proprietà e rinascita

La Melegatti è passata così nelle mani della famiglia vicentina Spezzapria, già proprietaria del Forgital Group, per la somma di 13,5 milioni di euro. “Terminate le procedure di acquisto saremo ancora più concentrati sul ritorno del tradizionale pandoro e panettone Melegatti sulle tavole degli italiani”. Dichiara Giacomo Spezzapria, presidente di Melegatti. “Abbiamo puntato molto sullo sviluppo del territorio e sulla valorizzazione delle sue competenze. Ora la nostra presenza a Natale sarà importante perché dimostra la concreta volontà di ripartire con la tradizione, la qualità e il prestigio di un marchio dolciario unico in Italia e nel mondo”.

Melegatti 1894 SpA, il cui amministratore delegato è Denis Moro, fa parte di un gruppo alimentare assieme a tre società di packaging, la vicentina Eriplast, la trentina Fucine Film e la modenese Albertazzi G.

La bufala sui social

Giunta al suo 124esimo anno di esistenza, l’azienda è quindi tornata alla produzione, riaprendo la fabbrica. Tra i suoi dipendenti, 35 lavoratori a contratto a tempo indeterminato, prevalentemente riassorbiti tra i precedenti impiegati.

La catena di Sant’Antonio che circola sui social, invitando ad acquistare panettoni Melegatti per finanziare in qualche modo gli impiegati senza stipendio, non rispecchia quindi il presente. Se a fine 2017 l’azienda stava rischiando una seconda chiusura e non pagando stipendi arretrati, questo non è più il caso, dopo la cessione di proprietà. Mentre resta vero che acquistare prodotti Melegatti beneficerà all’azienda e, indirettamente, ai suoi lavoratori, la campagna social non è altro che una battaglia contro i mulini a vento causata dalla disinformazione.