> > Davos, Conte "Serve l'Europa del popolo. Nel 2019 Pil a +1,5%"

Davos, Conte "Serve l'Europa del popolo. Nel 2019 Pil a +1,5%"

Conte a Davos, Europa del popolo

Il premier Giuseppe Conte, durante l'intervento al World Economic Forum di Davos, ha auspicato la nascita di un nuovo umanesimo in Europa.

Il debutto di Giuseppe Conte al World Economic Forum di Davos si è tradotto in un elogio al populismo. “Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo” e di una visione della politica “radicalmente nuova, che metta al centro gli esseri umani, le famiglie, le comunità”, ha dichiarato il premier. “Questa è l’Europa che sogniamo. Un’Europa del popolo, fatta dal popolo e per il popolo. C’è una parola chiave attorno alla quale abbiamo costruito la nostra visione politica e l’attività [di governo, ndr]. Quella parola è popolo. In Italia la sovranità appartiene al popolo, dobbiamo dare risposta a tutto questo”.

Euro e debito pubblico

Non è mancato un attacco alle politiche di Bruxelles nei confronti dell’Italia: “Gli italiani sono stati pazienti per molti anni. Hanno dato fiducia alle istituzioni politiche e tecniche europee. A dispetto delle aspettative, la reale implementazione dell’euro è stata molto diversa” e ha portato a un “crescente debito pubblico” e alla “frugalità del bilancio”. A margine degli interventi ufficiali, Conte ha aggiunto che “nel sistema attuale la Vigilanza bancaria è insoddisfacente” e che “la Bce, essendo una banca centrale, non ha un potere valutario adeguato”.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg Tv, il premier ha stimato che il Pil italiano potrebbe raggiungere quota +1,5% entro il 2019. Ha poi specificato che non ci sarà alcuna manovra correttiva e che il rallentamento della crescita economica non è imputabile al governo gialloverde ma a una tendenza a livello mondiale.

Conte e Merkel a Davos

Il rapporto con Francia e Germania

Durante un breve incontro a un bar del Wef, Conte e la cancelliera Angela Merkel hanno discusso del progetto Sophia. “La cancelliera mi ha confermato che non intendono ritirarsi“, ha annunciato il premier. “Ma dobbiamo trovare un meccanismo cooperativo diverso da quello fin qui applicato, che prevede lo sbarco dei migranti nel porto italiano più vicino. Questo non è più accettabile”. Il forum di Davos ha fornito al presidente del Consiglio anche l’occasione per mitigare lo scontro con la Francia. “Il rapporto di amicizia non è in discussione”, ha precisato, sebbene sia necessario “affrontare i problemi politici dell’agenda attuale”.

Nuove tensioni sono però sorte a proposito della proposta della Francia di allargare il consiglio di sicurezza dell’Onu con un seggio permanente per la Germania. “Se la Francia vuole mettere a disposizione il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, parliamone e facciamolo nel contesto europeo“, ha replicato il premier.