Le seconde case, come sappiamo, sono soggette al pagamento dei tributi locali. Nella fattispecie si richiede ai loro proprietari che versino l’imposta municipale propria (IMU) e la tassa sui rifiuti (TARI).
È possibile ridurre il carico fiscale di queste due imposte in alcune condizioni. Esistono infatti norme nazionali e discipline comunali che prevedono riduzioni quando non proprio vere esenzioni. Oltre alla norma di legge, si consiglia dunque di verificare sempre i regolamenti pubblicati sul sito istituzionale del proprio comune. In termini generali, chiunque voglia fruire di agevolazioni è tenuto a presentare dichiarazione IMU e/o TARI al comune coinvolto entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello per il quale si devono versare le imposte.
IMU e TARI 2021 sulla seconda casa
In quali casi, secondo la normativa nazionale, ho diritto ad agevolazioni e riduzioni sulla seconda casa?
I fabbricati inagibili o inabitabili e, di fatto, non utilizzabili sono esentati dal pagamento dell’IMU. È necessaria attestazione di inagibilità o inabitabilità redatta da tecnico abilitato. In questi casi, non è dovuta neppure la TARI. Per le abitazioni non di lusso concesse in comodato d’uso gratuito – con contratto registrato – a figli o genitori, l’imposta municipale è ridotta del 50%. Anche in caso di fabbricati storici e artistici, legalmente disciplinati, si può beneficiare della stessa riduzione dell’imponibile.
I soggetti residenti all’estero che percepiscano regolare pensione nel Paese di residenza possono beneficiare della riduzione del 50% su IMU e del 66% su TARI. In presenza di contratti di locazione con canone concordato, l’imposta municipale propria viene ridotta al 75%. La casa familiare, assegnata dal giudice al genitore affidatario dei figli, è esente da IMU qualora esso vi risieda.
Per quanto concerne l’imposta sui rifiuti, la sua quota variabile è applicata dai comuni in base a quanti componenti abbia il nucleo familiare. Nel caso di seconde case a disposizione in comuni diversi da quello ove si risieda, non è raro che sia sovrastimato il numero dei componenti del nucleo familiare. Verificare la correttezza del calcolo è dunque sempre opportuno in simili casi.
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