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Regno Unito, milioni di immagini scaricate: condannato pedofilo

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Nel 2016 era stato trovato in possesso di milioni di immagini di abusi su minori: nonostante questo ha continuato a scaricarle. Condannato a 23 mesi.

Un uomo di 52 anni, Edward Brooks, è stato trovato in possesso di circa 2 milioni di immagini di abusi su minori. Per questa ragione, Brooks, è stato condannato a 23 mesi di carcere, nonostante i suoi precedenti penali. Nel 2016, infatti, la polizia trovò un hard disk contenente milioni di immagini pedopornografiche nascosto in un muro a intercapedine nella sua a Minehead, nel Somerset, Regno Unito.

Nonostante il terrificante ritrovamento da parte degli agenti, l’uomo non fu condannato. Anzi, ha continuato imperterrito a scaricare altri 2.231 video e immagini esplicite anche di bambine sotto gli 8 anni. Per costruire lo scioccante archivio l’uomo avrebbe impiegato oltre 10 anni.

Centinaia di foto scaricate negli ultimi mesi

Stando a quanto riportato da FanPage, il giudice David Ticehurst all’epoca dei fatti aveva dichiarato di voler di condannare Brooks e di metterlo su un programma di riabilitazione una volta che fosse uscito dal carcere. Però non poteva fare entrambe le cose. “Ho dovuto scegliere tra incarcerare un ‘tossicodipendente’ auto-confesso e riabilitarlo” aveva spiegato Ticehurst. Messo di nuovo di fronte alla giustizia, poiché accusato di aver scaricato altre 637 fotografie indecenti di bambini tra Febbraio e Marzo 2018, il giudice Paul Cook ha condannato Brooks a 23 mesi di carcere.

Un portavoce dell’NSPCC, l’ente di protezione dell’infanzia in Regno Unito, dopo il verdetto ha dichiarato: “Dietro la sconcertante collezione di immagini e video di Edward Brooks ci sono innumerevoli bambini che hanno subito abusi traumatici. La loro vita cambierà per sempre. L’uomo si trova giustamente in prigione da dove dovrà intraprendere un intenso programma di riabilitazione. La portata del reato di Brooks mette in evidenza anche quanto sia diventata grande questa industria contorta. Autorità e aziende tecnologiche devono lavorare all’unisono per distruggere le reti che creano e condividono questi terribile contenuti”.