Celeste Battaglini Il Pentagono ha diffuso un video che mostra i Pasdaran iraniani mentre affiancano la petroliera giapponese Kokuka Courageous per provare a rimuovere dal fianco della nave quella che, stando alle descrizioni, rappresenterebbe una mina magnetica inesplosa. Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato statunitense Mike Pompeo, le Guardie della Rivoluzione sarebbero intervenute per celare le prove del loro coinvolgimento nell’esplosione avvenuta giovedì 13 giugno 2019. Due petroliere (battenti una bandiera norvegese, l’altra bandiera nipponica) con un carico diretto in Giappone erano state infatti coinvolte in un grave incendio nel Golfo di Oman.
L’accusa
Dopo il terribile accaduto del 13 giugno, che, per fortuna, non ha visto vittime nei due equipaggi, Washington ha accusato Teheran di avere causato l’incendio sulle due imbarcazioni. Secondo gli Usa, il piano sarebbe stato messo in atto per sabotare la missione di Shinzo Abe in Iran.
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha parlato di risposta “economica”, salvo poi essere in parte smentito da fonti dell’amministrazione della potenza statunitense. Esse hanno precisato che “tutte le opzioni sono sul tavolo, inclusa quella militare“. L’Iran ha respinto le accuse degli Stati Uniti attraverso la sua missione Onu.
L’armatore giapponese proprietario della petroliera Kokuka Courageous, coinvolta nell’incendio-esplosione, ha dato la sua testimonianza. Il petroliere ha affermato di avere notato degli “oggetti volanti” prima dell’esplosione che ha costretto l’evacuazione delle navi. Le sue dichiarazioni sembrerebbero dunque escludere che a causare i danni siano state delle bombe, al contrario delle ipotesi avanzate dagli Usa.
