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Camera Usa approva risoluzione per limitare poteri di guerra a Trump

Camera Usa risoluzione poteri di guerra

Se vuole dichiarare guerra, Trump dovrà prima rivolgersi al Congresso: questo quanto stabilito dalla risoluzione approvata dalla Camera Usa.

La Camera Usa ha approvato la risoluzione che limita i poteri di guerra del Presidente Trump. Un provvedimento che, come ribadito dalla speaker Nancy Pelosi, non ha potuto essere oggetto di veto da parte sua e che dovrà ora passare al Senato.

Risoluzione Camera Usa su poteri di guerra

La risoluzione si basa sulla War Powers Resolution del 1973 che era stata adottata durante la presidenza Nixon per evitare un nuovo Vietnam. I democratici hanno criticato Trump per non aver consultato i leader del Congresso prima di ordinare il raid aereo che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Per questo ora hanno votato per sottomettere i suoi poteri di guerra a quelli dei membri congressuali.

Se anche il Senato approvasse il testo, circostanza poco probabile dato che è a maggioranza repubblicana a differenza della Camera, Trump dovrebbe d’ora in avanti rivolgersi al Congresso per agire militarmente contro uno stato. In particolare non potrebbe più utilizzare le forze armate americane per entrare in ostilità con un paese se prima i vertici congressuali non abbiano dato l’autorizzazione. O se un’azione militare è necessaria a difendere l’America da un imminente attacco.

A votare la risoluzione sono stati 224 deputati, contro i 194 che si sono opposti. Tra chi ha votato favorevolmente figurano anche tre repubblicani. Costoro sono Thomas Massie del Kentucky e Matt Gaetz e Francis Rooney della Florida. Non ha avuto seguito dunque la speranza di Trump che tutto il suo partito votasse compatto in opposizione al testo.

Otto democratici hanno invece votato contro. Tra loro Joe Cunningham (Carolina del Sud), Josh Gottheimer (New Jersey), Kendra Horn (Oklahoma) Elaine Luria (Virginia), Ben McAdams (Utah), Anthony Brindisi, Stephanie Murphy, Max Rose (tutti di New York).

La reazione di Trump

Non si è fatta attendere la reazione del tycoon, che prima del voto aveva dichiarato che non era necessario consultare il Congresso. Queste le sue parole: “Spesso si tratta di decisioni da prendere in pochi secondi e in alcuni casi non vorrei nemmeno pensare a dover chiedere l’autorizzazione“.

Su Twitter ha poi condiviso il post di John Bulton secondo cui la risoluzione del 1973 pecca di incostituzionalità. Secondo lui è frutto di un fraintendimento dell’assegnazione della politica estera tra Presidente e Congresso e per questo andrebbe abrogata.