Dure accuse all’Oms da parte del Wall Street Journal, che in un editoriale ha accusato l’Organizzazione di aver fatto disinformazione sul coronavirus non divulgando studi e prove sulla sua trasmissione che erano già note e segnalate a fine dicembre. Ma anche ritardando a dischiarare l’epidemia un’emergenza mondiale.
Wall Street Journal-Oms sul coronavirus
Prendendo spunto dall’indagine chiesta dal senatore della Florida Rick “sul ruolo dell’Agenzia della Nazioni Unite nell’aiutare la Cina a coprire le informazioni“, il giornale ha sostenuto che il primo insegnamento che la pandemia può offrire per il futuro è la riformazione dell’Oms. “Il suo marciume in realtà va oltre la combutta con Pechino, ma questa vicenda è un buon punto di partenza“, ha tuonato.
L’editoriale ha ricostruito le varie fasi di quella che è diventata una pandemia partendo dall’autunno 2019, periodo in cui presumibilmente si diffusa a Wuhan. Stando al Caixin Global, i ricercatori cinesi avevano già sequenziato il genoma del virus a fine dicembre. Ma i funzionari avrebbero loro imposto di distruggerlo e non divulgare le loro ricerche. Senza contare poi che il medico che ha tentato di dare l’allarme, Li Wenliang, era stato segnalato alle autorità.
Oltre a ciò il giornale americano fa anche riferimento al fatto che il 31 dicembre 2019 Taiwan avesse avvertito l’Oms di avere prove che il virus si potesse trasmettere da uomo a uomo. Nonostante ciò il 14 gennaio 2020 l’Organizzazione ha garantito che “le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione da uomo a uomo“. E solo dopo una settimana ha affermato che era vero il contrario.
Un’altra accusa mossa all’Organizzazione è l’aver impiegato troppo a dichiarare il coronavirus un’emergenza globale. Il direttore generale l’ha fatto solo il 30 gennaio, quando avrebbe potuto farlo una settimana prima quando il comitato stava discutendo se proclamare o meno lo stato di emergenza. Intanto, conclude il WSJ, “si congratulava con il governo cinese per le misure straordinarie adottate, per l’assoluta trasparenza tenuta da Pechino, e per la velocità con cui ha sequenziato il genoma del virus e lo ha condiviso con l’Oms e con il mondo“.