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Turchia, la moschea di Santa Sofia torna aperta al culto

Turchia, Santa Sofia torna moschea

In Turchia si fa la storia, la moschea di Santa Sofia passa finalmente da museo a luogo di culto, tornando all'utilizzo originario.

La moschea di Santa Sofia, Turchia, torna finalmente ad essere un luogo di culto. Il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto del 24 novembre 1934, quando il presidente Mustafa Kemal Ataturk la trasformò in un museo. Il monumento simbolo della città di Istanbul riprendere a svolgere la sua funzione originaria.

Turchia, la moschea Santa Sofia riapre

I sostenitori di Erdogan festeggiano sui social media, mentre il portavoce Ibrahim Kalin specifica che la riapertura della mosche al culto non danneggerà il suo status di patrimonio mondiale. La decisione è stata unanime, la tesi accolta dei giudici si basa sull’assenza di un’autorità legittima: Santa Sofia sarebbe appartenuta a una fondazione che l’aveva ricevuta in eredità dal sultano Maometto II.

Con la presa di Costantinopoli del 1453, la struttura era passata da luogo di culto cristiano a moschea. Nel frattempo, i fedeli islamici dovranno attendere la copertura delle icone bizantine e la modifica dello status del monumento, che richiede un nuovo atto normativo.

L’Unione Europea non è d’accordo

Lo stesso Erdogan definì un grave errore la sua trasformazione in un museo, l’Ue si è però opposta alla riconversione chiedendo di non intaccare il simbolo del dialogo interreligioso e culturale, museo patrimonio mondiale dell’Unesco.

“Santa Sofia, nella sua forma attuale, è un monumento veramente globale. Il mantenimento del suo status attuale, riconosciuto a livello pubblico e internazionale, sottolinea la tolleranza e l’apertura del Paese”, comunica in una nota la Commissione Europea in merito alla decisione del Consiglio di Stato turco, “La Turchia ha sviluppato una consolidata tradizione di conservazione culturale e di apertura intellettuale e culturale per la quale merita credito”.