> > Coronavirus, un anno fa il primo morto a Wuhan

Coronavirus, un anno fa il primo morto a Wuhan

Coronavirus primo morto a Wuhan

Ad un anno dal primo morto a Wuhan il coronavirus continua a dilagare.

Un anno dalla comparsa del coronavirus, o di quello che solo dopo si sarebbe chiamato così. L’11 gennaio del 2020, intorno alle 8:50 del mattino dall’agenzia Xinhua arrivò la notizia di un uomo di 61 anni morto a Wuhan perchè colpito da una “polmonite di origini misteriose”. L’uomo era deceduto in realtà il 9 dicembre in ospedale e come tutti i primi malati covid era un frequentatore del mercato della città. Quei due giorni di ritardo nella comunicazione contribuiscono a creare anche più dubbi e misteri sulla gestione del governo cinese nei primi mesi dell’emergenza, quelli nei quali forse un po’ più si poteva fare per informare il mondo. Ci vorrà infatti più di un mese per dare un nome alla nuova malattia: l’11 febbraio l’Oms parla per la prima volta di covid-19, ovvero Coronavirus Disease 2019, malattia emersa nel 2019.

Coronavirus, il primo morto a Wuhan

È trascorso un anno nel frattempo, con molti interrogativi ancora da chiarire e quasi due milioni di morti nel mondo a fronte dei 90 milioni di contagi. La Cina non ha mai chiarito sull’origine del virus, ma ora sembra essere pronta ad accogliere una missione studio dell’Organizzazione mondiale della sanità che avrà il compito di analizzare la genesi del virus. È attesa per giovedì 14 dicembre. Il mercato di Wuhan è stato chiuso a gennaio 2020 e più volte disinfettato. Sperare di trovare delle tracce li è praticamente impossibile, ma la volontà degli scienziati è quella di poter analizzare campioni di coronavirus raccolti ai da alcuni loro colleghi cinesi.

Ci vorrà del tempo per conoscere la verità su quanto avvenuto in Cina e forse non se ne verrà mai a capo. Il regime autoritario cinese potrebbe aver manomesso i campioni con la stessa facilità con la quale avrebbe potuto falsificare i dati del contagio e dei morti. Ipotesi sia chiaro, spesso sostenute da dicerie, ma che Pechino non ha mai cercato di smentire in maniera netta fornendo delle evidenze scientifiche.