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Giulia Cecchettin, papà Gino racconta l'ultima notte: "Stavo correggendo la sua tesi"

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Gino Cecchettin ricostruisce l'ultimo giorno passato insieme alla figlia Giulia e la terribile notte della sua scomparsa

Gino Cecchettin ha rilasciato una lunga intervista al ‘Corriere della Sera’ in cui ritorna con la mente a quel terribile 11 novembre, l’ultimo giorno passato – senza che allora lo potesse sapere – con sua figlia Giulia.

Gino Cecchettin, il racconto dell’ultimo giorno passato con Giulia: il pranzo

Quel sabato siamo stati a pranzo insieme. Poi lei è andata in camera sua. Le ho chiesto dalle scale che avrebbe fatto dopo e lei mi ha detto: ‘Forse stasera non torno a cena’. Non le ho chiesto di più. Era una ragazza di grande responsabilità, che non aveva mai dato un problema, concentrata. Io non sapevo delle tensioni con Filippo – inizia così il racconto di Gino al ‘Corriere’. Il padre di Giulia non avrebbe mai immaginato che cosa sarebbe accaduto quella stessa sera: “Io dovevo andare a prendere Davide in centro. Aspettando il momento mi sono addormentato qui, sul divano. Quando mi sono svegliato erano le undici e trequarti. Sono tornato e lei non c’era, ma non avevo alcuna ragione per preoccuparmi, capitava, il sabato sera”.

Gino Cecchettin, il racconto dell’ultimo giorno passato con Giulia: la notte

A quel punto, dopo essere rincasato, Gino si stava impegnando ad esaudire una richiesta della stessa Giulia: “Non avevo sonno e mi sono messo, come eravamo d’accordo, a correggere la sua tesi. Le ho mandato uno screenshot di un errore e solo allora mi sono accorto che era l’una e quarantacinque. Ho pensato che la mattina dopo l’avrei rimproverata, ma quando mi sono alzato non c’era e da allora è cominciato tutto. Poi i giorni terribili in cui i due ragazzi erano dati per dispersi e, infine, la macabra scoperta. Giulia era morta e ad ucciderla era stato proprio Filippo, che nel frattempo era fuggito in Germania. “Quando sono riuscito a leggere gli articoli sull’aggressione ho provato solo dolore per mia figlia che era lì, sola, spaventata, senza che io potessi aiutarla” – spiega Gino, parlando poi del momento più toccante: quando ha visto il corpo senza vita di sua figlia.Ho voluto vederla, dopo. La prima volta, due giorni fa, le ho toccato la gamba. Ho visto le sue mani fasciate e avevo il desiderio di stringerle. Prima che chiudessero la bara ci sono riuscito. È stata dura, ma l’ho sentita vicino a me, come non mai“.