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56° rapporto Censis: il 61% degli italiani ha paura della III Guerra Mondiale e della bomba atomica

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Gli italiani hanno paura della III Guerra Mondiale, disorientati da pandemia, conflitto e crisi ma hanno una personale “hit” dei loro nuovi timori

Gli italiani hanno paura della III Guerra Mondiale e della bomba atomica, lo dice il 56mo rapporto Censis che disegna una situazione in cui le incertezze per il futuro sono molto forti. Il dato è che gli italiani sono disorientati da pandemia, guerra e crisi ma hanno una personale “hit” dei loro timori. Ed è una lista in cui alle vecchie si sommano le “nuove paure”. Spieghiamola: il Censis dice che non abbiamo più solo paura degli eventi nazionali che di solito rimandano all’economia ed alla salute ma che ci siamo concentrati anche su eventi globali che possono da un momento all’altro “compromettere presente e futuro”.

Gli italiani hanno paura della III Guerra Mondiale

Gli italiani sono anche disillusi rispetto ai social, irritati dall’ostentazione vacua del denaro e, come spiega un’ottima silloge Ansa, “sempre meno disposti a seguire le sirene degli influencer e del lusso ma anzi indignati dallo sfoggio di denaro e dalle diseguaglianze economiche ostentate nella vita e sui social”. Il paese è di fatto entrato nel “ciclo del post-populismo”. E le nuove paure? L’84,5% degli italiani, in particolare giovani e laureati, ritiene che anche eventi geograficamente lontani possano cambiare le loro vite.

La parola “guerra” nelle prime tre categorie

La riprova? Il 61% teme che possa scoppiare la Terza guerra mondiale, il 59% la bomba atomica, il 58% che l’Italia stessa entri in guerra. Più della metà degli italiani poi ha paura di rimanere vittima di reati. Vero è che negli ultimi 10 anni sono calati, ma pur sempre in rapporto a picchi che restano capaci di influenzare l’opinione dei cittadini a livello percentuale. Sono infatti in calo del 25,4% i reati, con gli omicidi volontari diminuiti del 42,4%, così come le rapine (-48,2%) e le case svaligiate (-47,5%). Sono però aumentate, sempre dal 2012, le violenze sessuali (+12,5%), le estorsioni (+55,2%) ed i reati informatici.