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Guerra in Ucraina, anche i grandi brand della moda chiudono in Russia: tra questi Prada e Zara

Guerra Ucraina moda

La lista delle aziende che stanno chiudendo in Russia si sta estendendo anche ai grandi marchi della moda. Tra questi si segnala il Gruppo Prada.

Dopo Apple, Ikea, Netflix, Disney e Volkswagen anche i grandi marchi della moda e del lusso hanno scelto di sospendere le loro attività in Russia. Tra questi si segnala il gruppo Prada, ma anche Puma e il colosso francese Lvmh (del quale fanno parte brand come Dior e Luis Vuitton ndr.). La Russia a circa una settimana dallo scoppio della guerra in Ucraina appare dunque sempre più isolata.

Guerra Ucraina, sempre più brand della moda sospendono le vendite. Il comunicato di Prada

Una particolare attenzione va data al gruppo Prada che, in un aggiornamento condiviso su LinkedIn si è detta preoccupata non solo per la situazione nella quale i dipendenti si sono ritrovati a vivere, ma anche per tutte le famiglie alle quali è stato dato tutto il supporto possibile:

“La nostra preoccupazione principale è per tutti i colleghi e le loro famiglie colpiti dalla tragedia in Ucraina ai quali continueremo a garantire supporto. Il Gruppo continuerà a monitorare gli sviluppi”, si legge.

Gli altri brand della moda che hanno scelto di chiudere temporaneamente

Anche il colosso francese LVMH – stando a quanto rende noto lo stesso gruppo guidato da Bernard Arnault ha chiuso in via temporanea tutte le 124 boutique in Russia. Forte presa di posizione anche da parte di Chanel che, oltre a sospendere tutte le sue attività in Riussia, compreso l’e-commerce e le spedizioni, ha fatto una cospicua donazione di due milioni di euro. Si legge dal messaggio condiviso su LinkedIn:

“Date le nostre crescenti preoccupazioni per la situazione attuale, la crescente incertezza e la complessità nell’operare, Chanel ha deciso di sospendere temporaneamente la sua attività in Russia. Non consegneremo più in Russia, chiuderemo le nostre boutique e abbiamo già sospeso l’e-commerce. La sicurezza dei nostri dipendenti è la nostra priorità e rimaniamo strettamente collegati ai nostri team locali che continueremo a supportare”.

Anche Chiara Ferragni si mobilita

La protesta contro la guerra in Ucraina ha coinvolto anche la nota imprenditrice digitale Chiara Ferragni che ha invitato i propri follower a sostenere la Croce Rossa Italiana. Il gruppo Armani infine ha annunciato che avrebbe destinato ben 500mila euro alle organizzazioni delle Nazioni Unite per i rifiugiati.