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Il coguaro si è estinto?

coguaro

La notizia di una possibile estinzione del coguaro, originario dell'America settentrionale, centrale e meridionale, risale agli anni Settanta.

Purtroppo, oggigiorno esistono molte specie animali a rischio d’estinzione, ma l’uomo continua a ignorare quella che presto sarà una triste realtà. E’ già accaduto in passato per molte specie e si è verificato anche per il puma, noto anche come coguaro o leone di montagna, mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei felini, originario dell’America settentrionale, centrale e meridionale. La notizia di una sua possibile estinzione si era già diffusa negli anni Settanta e la conferma non ha tardato ad arrivare.

Che fine ha fatto il coguaro

A dare la notizia ufficiale dell’estinzione del coguaro è stato il Dipartimento USA della Pesca e della Fauna. In realtà, secondo alcuni biologi, il suo DNA non sarebbe diverso da quello delle altre specie di puma presenti nel mondo.
Martin Miller, responsabile del dipartimento per la difesa delle specie in pericolo, ha infatti dichiarato: “Può darsi che esista ancora una possibilità che qualche branco sia sopravvissuto in qualche località remota“. Ma non ci sono prove certe al riguardo.

Ciò che è invece sicuro è che la fine del coguaro è quella che spetterà a molti altri animali dichiarati “a rischio di estinzione”, e i risultati produrranno effetti devastanti sulla vita del nostro pianeta.

Qualche curiosità

Il coguaro, pur essendo un animale imponente, nell’ambito dei felidi è quello che più si avvicina al gatto domestico. Si tratta di un animale solitario, molto simile al leopardo, ma senza macchie. I maschi e le femmine si ritrovano solo per l’accoppiamento. Il periodo di gestazione dura circa 3 mesi e i piccoli rimangono insieme alla madre per circa due anni. Il puma era considerato un animale sacro presso alcune delle grandi civiltà antiche, come quelle degli Aztechi e dei Maya del Messico e quella degli Incas in Perù. Il puma viene indicato con nomi diversi: ad esempio, nella lingua inglese, ci sono più di quaranta nomi che si riferiscono a questo animale: cougar, mountain lion, panther, painted cat, catamount sono solo alcuni di questi nomi.

Nel Nord America, la parola panther, ovvero pantera, si riferisce al puma. In Asia e in Europa la parola pantera indica invece il leopardo. E ancora nel Sud America con il termine pantera ci si riferisce al giaguaro.

Studi recenti indicano una discreta affinità tra il coguaro e il ghepardo moderno, con cui ha delle similitudini esteriori. Non è invece “imparentato” con grandi felini come il leone, la tigre, il leopardo e il giaguaro. Viene infatti classificato con i piccoli felini, tra cui è certamente il più grande. I puma più piccoli sono quelli che vivono nelle zone più vicine all’equatore; quelli di dimensioni più grandi vivono invece nelle aree più vicine ai poli. La loro lunghezza, escludendo la coda, è di circa 130 cm per i maschi e 110 cm per le femmine, a cui bisogna aggiungere tra i 66 e i 78 cm di coda. Il loro peso oscilla tra i 50-70 kg per i maschi e i 35-50 kg per le femmine. Presentano un mantello corto, morbido e uniforme. Il colore è piuttosto variabile: può infatti andare dal rossiccio al grigio argento; mento e petto sono sempre bianchi. Appena nati sono chiari. Hanno cinque dita sulle zampe anteriori e quattro su quelle posteriori, che sono più larghe e forti di quelle anteriori, consentendo a questo mammifero di balzare facilmente in avanti nella neve o su terreni particolarmente impervi.
Riescono infatti a fare salti alti quattro metri e lunghi dieci. Vivono in natura circa 10 anni, ma in cattività possono arrivare a vivere anche 25 anni. La testa del puma è piccola e arrotondata, il naso è rosa, le orecchie sono piccole e sporgenti, motivo per cui ha un udito eccezionale. Il coguaro caccia normalmente all’alba o al tramonto e le sue prede possono anche essere più grandi. Seppellisce poi le carcasse o le ricopre per proteggerle da altri predatori e tornare a finire il pasto dopo qualche giorno.

Dubbi sulla sopravvivenza di alcuni esemplari

In realtà, dopo gli anni Trenta, non c’è più stato alcun avvistamento del “leone di montagna” americano. Gli scienziati si arrendono davanti all’evidenza, dichiarando che non esiste più neppure un singolo esemplare di questo mammifero, che per secoli ha fatto da padrone nelle più impervie foreste americane, ispirando scrittori e naturalisti. Gli esperti del Dipartimento Americano della Pesca e della Fauna, rifiutando di credervi, nel 1973 avevano incluso il coguaro nella lista delle specie minacciate, ma non ancora estinte, perché volevano tentarne il ripopolamento. Ma gli avvistamenti di puma da parte di testimoni non hanno portato che alla conferma della presenza di esemplari di altre specie, per lo più sudamericane, tenute in cattività e poi fuggite o liberate. Agli inizi del XX secolo il puma dell’est o coguaro che, all’arrivo dei primi coloni europei sulle coste del Nord America, era uno degli animali più comuni, si era ormai quasi estinto a causa dell’ignoranza dell’uomo, che ha decimato altre specie come lupi e bisonti in altre parti del Paese.

Conclusioni

L’uomo è il principale responsabile dell’estinzione del coguaro. La sua caccia sfrenata con le catture e la distruzione del suo habitat naturale, hanno causato la sua definitiva scomparsa. La diffusione del coguaro orientale, sottospecie del puma, che viveva in molte zone del Nord, del Centro e del Sud America, non è riuscita e fermare la ferocia dell’uomo e le sue pratiche distruttive. L’estinzione di questo felino rappresenta una vera e propria tragedia per l’intero ecosistema. Si sta infatti valutando l’introduzione del puma occidentale per riportare un certo equilibrio. La sua scomparsa ha determinato un aumento vertiginoso delle sue prede, soprattutto dei cervi, motivo per cui molti studiosi e ricercatori sostengono la necessità di reintrodurre i grandi carnivori, confidando stavolta che la saggezza dell’uomo lo porti a risparmiare anche i “nuovi arrivati”.