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Inps, pensionati in allarme: aumenti pensioni di invalidità cancellano reddito di cittadinanza

INPS

Gli aumenti sostanziosi delle pensioni di invalidità iniziano a preoccupare i percettori, che temono di perdere il reddito di cittadinanza.

Gli aumenti sostanziosi delle pensioni di invalidità iniziano a preoccupare i percettori, che temono di perdere il reddito di cittadinanza.

Inps, pensionati in allarme: aumenti pensioni di invalidità cancellano reddito di cittadinanza

L’aumento delle pensioni di invalidità, richiesto dai disabili nel range 74-99%, iniziano a preoccupare. Molti di loro, invalidi al 100%, hanno notato questo aumento, per poi vedere che veniva ridotto o addirittura cancellato l’importo che percepivano del reddito di cittadinanza. Pierluigi Peracchini, sindaco di La Spezia, è molto preoccupato per la situazione e ha scritto al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, spiegandogli le richieste di aiuto che arrivano dalle persone invalide, preoccupate di perdere il reddito di cittadinanza.

La circolare Inps

L’atteso aumento degli assegni di invalidità, disposto dopo la sentenza numero 152/2020 della Corte Costituzionale, resa operativa da una circolare dell’Insp, potrebbe aver portato alla cancellazione del reddito di cittadinanza. Gli aumenti rientrano nei parametri per calcolare l’ISEE, requisito fondamentale per accedere al reddito di cittadinanza. Di conseguenza, il nuovo conteggio potrebbe svantaggiare alcune persone, per via dell’aumento della pensione di invalidità. Da gennaio 2022 i calcoli sull’incentivo statale verranno effettuati tenendo conto delle altre tipologie di trattamenti assistenziali che erano stati aggiornati per la determinazione dell’ISEE, tra cui le maggiorazioni sociali, compresi gli incrementi delle pensioni.

I chiarimenti

L’Inps ha cercato di chiarire la questione dell’applicazione della norma. Il quotidiano Il Giorno ha riportato che la determinazione della rata mensile del reddito di cittadinanza è calcolata in base al reddito familiare, a sua volta determinato sulla base di quanto presente nell’ISEE come somma dei redditi e dei trattamenti esenti, percepiti dai componenti del nucleo familiare. Gli importi considerati sono quelli relativi ai due anni antecedenti a quello di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica. Per il 2022 verranno considerati i trattamenti percepiti nel 2020. Se nel 2020 si percepiva l’assegno sociale non più percepito nel 2022, la norma impone di tenere conto della situazione aggiornata. Se nel 2022 è iniziata la fruizione di una indennità che nei 2 anni precedenti non veniva percepita bisogna tenere conto della situazione attuale per la determinazione del reddito con lo scopo dell’erogazione delle rate del reddito di cittadinanza.