> > Israele-Hamas, un mese di conflitto: dall'attacco al rave party alla reazione...

Israele-Hamas, un mese di conflitto: dall'attacco al rave party alla reazione di Israele

1440x810 cmsv2 3852dbb5 4b12 5841 bbe3 e0a75df2ba5c 7820440

Il racconto di un mese di guerra tra Israele e Hamas, dall'attacco del 7 ottobre alla reazione di Israele, fino a Gaza circondata.

Il racconto di un mese di conflitto tra Hamas e Israele, dall’attacco avvenuto il 7 ottobre. In un mese, il gruppo terroristico che comanda la Striscia di Gaza ha ucciso oltre 1.400 persone, sequestrandone altre 244.

Israele-Hamas, dall’attacco al rave party alla reazione di Israele: un mese di conflitto

Da un mese a questa parte, il Medio Oriente è tornato ad essere teatro di guerra tra Israele e Hamas. In un mese, il gruppo terroristico che comanda la Striscia di Gaza ha ucciso oltre 1.400 persone, sequestrandone altre 244. Secondo le cifre palestinesi, la reazione di Tel Aviv avrebbe provocato quasi 10.000 morti sulla Striscia, e il conflitto sembra destinato a durare ancora per molto. La scintilla della nuova escalation si è scatenata il 7 ottobre, quando Hamas ha dato inizio all’operazione chiamata Alluvione Al-Aqsa, pianificata per due anni di nascosto. Le brigate AI-Qassam, l’ala militare dell’organizzazione che controlla la Striscia di Gaza, ha annunciato l’offensiva lanciando razzi contro Israele. Nelle stesse ore, i terroristi di Hamas hanno iniziato a compiere massacri nei kibbutz vicini al confine con la Striscia, uccidendo numerose famiglie e sequestrando persone.

Alcuni degli ostaggi sono stati prelevati durante un blitz dei terroristi ad un rave party vicino al confine e tanti sono stati uccisi nel loro tentativo di fuga. La reazione di Israele arriva poche ore dopo il massacro, quando il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che lo Stato ebraico era in guerra e ha lanciato l’operazione Spade di Ferro. Iniziano, così, i bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Oltre a liberare gli ostaggi, lo scopo di Israele è anche eliminare Hamas, colpendo la rete dei tunnel sotterranei che una volta erano usati per far passare beni di contrabbando e che ora sono in mano ai terroristi per i loro traffici. L’assedio alla Striscia di Gaza affligge soprattutto i civili. A metà ottobre l’esercito israeliano ha ordinato ai palestinesi di spostarsi a Sud. Il 18 ottobre il presidente americano Joe Biden è andato a Tel Aviv e ha incontrato il premier israeliano. Gli Stati Uniti hanno iniziato ad offrire sostegno allo Stato ebraico.

Israele-Hamas, un mese di conflitto: dal giallo dell’ospedale all’antisemitismo in occidente

Le parti della guerra si sono accusate a vicenda, come nel caso dell’ospedale AI-Ahli di Gaza, dove secondo il ministero della Sanità locale sarebbero morte 500 persone. Per l’intelligence occidentale si tratterebbe di un lancio fallito di razzi dello Jihad islamico palestinese. Tra il 27 e il 28 ottobre Israele ha dato il via anche all’operazione di terra contro la Striscia. Gaza City è stata ufficialmente circondata. Intanto è andato avanti il negoziato mediato dal Qatar per evacuare i civili e il 2 novembre 450 persone tra fragili, bambini e palestinesi con doppio passaporto e stranieri hanno attraversato il valico di Rafah per entrare in Egitto. La situazione peggiora anche in Cisgiordania, dove continuano gli scontri tra coloni ebrei e palestinesi. Un altro fronte caldo è quello del Libano, tra Israele e i miliziani filo-Hamas di Hezbollah. Il conflitto, inoltre, è sbarcato anche in Occidente, con gravi atti di antisemitismo nei quartieri ebraici di Parigi e in Italia.