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La musica che gira, il futuro del settore: come affrontare la crisi

la musica che gira

Alla luce dell'emergenza sanitaria, è nato un coordinamento di artisti e imprenditori della musica e dello spettacolo: servono aiuti dal Governo.

Il prolungato lockdown ha fermato l’Italia intera. Cittadini costretti a rivedere le proprie abitudini, stravolgere il proprio stile di vita, isolamento forzato e le serrande sempre abbassate di troppe attività. A risentirne è anche l’immenso settore dello spettacolo, che persino all’inizio della fase 2 sembra sia stato dimenticato. Migliaia di professionisti – musicisti, cantanti, artisti, imprenditori e tecnici – animano un mondo del quale fruiamo più o meno quotidianamente. Ci divertiamo con gli spettacoli che ci appassionano e con la musica che rimbomba nelle nostre orecchie, rigorosamente ad alto volume nelle nostre cuffiette. Migliaia di professionisti, con una famiglia a carico, delle spese a cui far fronte, delle soddisfazioni di cui godere, sono stati dimenticati. Così è nata “La musica che gira”, proprio quella che si ripete nelle cuffie e sui palchi. Un motore che deve continuare a girare. In concomitanza con l’emergenza sanitaria in atto, che nel mondo continua a mietere vittime, è nato un coordinamento di lavoratori, imprenditori, artisti dello spettacolo e musicisti. Così vogliono far sentire la propria voce, chiedendo delle garanzie che tutelino il settore, garantendo un futuro solido e solidale.

È online il sito www.lamusicachegira.it, per aderire e sottoscrivere il documento programmatico. Sono già state raccolte oltre 300 firme di addetti ai lavori. Si tratta di un punto di partenza per una redazione partecipata e un confronto con il coinvolgimento delle molte categorie che compongono la filiera.

Cos’è “La musica che gira”

È l’industria della cultura a confortarci tutti i giorni, ad appassionarci e farci divertire. Si tratta di centinaia di migliaia di lavoratori e imprenditori (più di 400mila) che producono direttamente quasi 100 miliardi di euro l’anno. Considerando l’indotto dell’intera filiera culturale, si ricorda che il settore genera ricchezza per oltre 250 miliardi. Esso, inoltre, contribuisce al PIL per circa il 16%. Tuttavia, all’indomani dell’emergenza coronavirus, all’industria dello spettacolo il Dl rilancio ha indirizzato solo poco più dell’1% dei fondi stanziati per affrontare​ la crisi conseguente all’epidemia. L’Italia intera beneficia dei risultati economici e sociali del lavoro dei professionisti del settore. Eppure, al momento, mancano le garanzie che diano al mondo della cultura.

Manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa. Un intero settore ha deciso di dar vita a “La musica che gira”. Non si tratta di un sindacato né di un’associazione di categoria. È una piattaforma di confronto tra lavoratori, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo attraverso la quale discutere sulle soluzioni da mettere in atto per affrontare la crisi, stimolando una riforma definitiva del settore.

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Le richieste del settore

Attraverso la formulazione di un documento rivolto al Governo e ai Ministeri competenti, “La musica che gira” richiede un’azione svelta, urgente e necessaria, innescando una reale cooperazione tra tutti i protagonisti della filiera.

Dal settore fanno sapere: “Riteniamo indispensabile che tutte le categorie che compongono la filiera del mercato della musica vengano consultate prima che il Governo decida quali prossime misure adottare”. Quindi hanno specificato: “Chiediamo di poter mettere a disposizione il capitale di conoscenza e di competenze che ognuno di noi rappresenta che è di cruciale importanza per affrontare l’emergenza lavorativa, economica e sociale che il fermo del settore ha provocato”. Per loro si tratterà di “un contributo imprescindibile nel riscrivere le​ regole di un comparto che va riorganizzato anche sotto il punto di vista legislativo”.

Con la piattaforma, si chiede “una Commissione Congiunta di Camera e Senato dedicata all’industria musicale e che il Ministero convochi al più presto un tavolo tecnico specifico”.

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Le proposte

“La musica che gira” si prefigge diversi obiettivi. Gli scopi proteggono e tutelano il settore della musica e chi ogni giorno lo rende vivo, facendolo essere uno degli ambiti più proficui dell’economia italiana.

In primis, si vuole garantire l’accesso alle tutele sociali a tutti i professionisti della cultura che operano in campo musicale. Particolare attenzione ai liberi professionisti e ai lavoratori con contratto a intermittenza. Fondamentale offrire un sostegno economico di emergenza ai professionisti della cultura, in particolare a quelli indipendenti.

Si vuole riformare il settore e incentivare il consumo della musica dal vivo. Inoltre, in linea con la sostenibilità ambientale che oggi più che mai si mostra in tutta la sua emergenza, incentivare gli investimenti green su innovazione e tecnologia.