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Spring Breakers: recensione, trailer e cast del film su Amazon

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Recensione del film Spring Breakers, disponibile su Amazon Prime, scritto e diretto da Harmony Korine, con Selena Gomez e Vanessa Hudgens

Spring Breakers è su Amazon Prime. Il film del controverso regista statunitense Harmony Korine (Gummo) è disponibile sulla nota piattaforma e aspetta solo di essere visto. Presentato alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film ha fatto molto discutere critici e pubblico. In Italia è stato distribuito nel marzo 2013 da BiM Distribuzione. Spring Breakers è incentrato sullo sping break, la tradizionale settimana di vacanza che gli studenti americani hanno a inizio di primavera.

Il cast

Dalla scelta degli intepreti per questo suo film, Harmony Korine tira fuori il coniglio dal cilindro. L’idea di proporre il film a due delle beniamine Disney (Hudgens e Gomez) è quanto mai azzeccata, e provocatoria al punto giusto. Il quartetto esplosivo di studentesse è composto da: Vanessa Hudgens (Bad Boys for Life), nei panni della scatenata Candy. Selena Gomez (Un giorno di pioggia a New York) è la cattolica Faith. Ashley Benson (Pretty Little Liars) è la leader del gruppo Brit. Rachel Korine (Trash Humpers), moglie del regista, è Cotty.

Alien, Il boss della zona, è interpretato da James Franco (Zeroville).

La trama del film

Brit, Candy, Cotty e Faith, studentesse di un college, desiderano fare una vacanza memorabile. Per avere i soldi necessari, rapinano un fast food. La vacanza tanto sognata può iniziare. Finite in una retata dopo uno dei tanti festini a base di eccessi, vengono accusate di consumo di droga e costrette al carcere. Dopo una sola notte, sono rimesse in libertà grazie al pagamento della cauzione da parte di Alien, un noto criminale del posto.

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La recensione

Non fatevi ingannare. Spring Breakers non è il solito party movie americano. L’ingrato sottotitolo italiano, “Una vacanza da sballo”, ha un chiaro scopo promozionale. Lo stato alterato di una festa fuori controllo diventa riflessione sul mondo contemporaneo, contemplazione di un tempo eterno e diabolicamente poetico, con l’inserimento dell’audace compoenente criminosa. La mentalità e le vicende delle quattro amiche che vi partecipano non si limitano a rappresentare una generazione, ma delineano un passaggio focale. Un modo di stare al gioco della vita che possiamo dire di aver toccato almeno una volta, in qualche modo. Magari proprio con codesta visione cinematografica.

La storia di Spring Breakers è forte e spietata. Harmony Korine, del resto, ci ha abituato a questo tipo di narrazioni. Spinge sull’acceleratore fino in fondo. Anche di fronte a un semaforo rosso, lui passa, schivando colpi impossibili da schivare. La tenacia delle sue storie, il suo folle coraggio, ti pervade e rende i suoi lavori dell’esperienze sensoriali a parte. Parlando della regia del film, si evincono ancora di più le grandi differenze che sorgono tra lui e il modus operandi consueto.

Il costante bisogno interiore di cercare sempre un’altra strada. La propria. È quasi come se facesse un altro mestiere. Il mondo d’immagini, magiche, fulminate, iconiche…i colori, la psiche filmica, il modo d’intendere il paesaggio…l’assurda e famelica simbiosi tra il tamarro e l’etereo. La vittoria del punto di vista libero come prerogativa essenziale per raccontare davvero l’essere umano, anche là, dove non batte il sole.