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Milan, tifosi twittano al Tas: ma è un reporter giapponese

Twitter, tifosi scrivono a Tas

Il siparietto è avvenuto su Twitter: i tifosi rossoneri si sono rivolti al giornalista, scambiato per il tribunale che deciderà le sorti del club.

Il Tas, ovvero Tribunale Arbitrale dello Sport, è di questo periodo certamente un pensiero fisso nella testa di molti tifosi del Milan. Dopo la sentenza dell’UEFA del 27 giugno 2018, che ha sanzionato il club rossonero per la violazione delle regole legate al Fair Play Finanziario, imponendo l’esclusione dall’Europa League 2018/2019, l’ultima speranza dei sostenitori del Diavolo di vedere la propria squadra partecipare alla competizione europea passa proprio dal ricorso al Tas, che dovrà esprimersi confermando o ribaltando la decisione dell’organo amministrativo del calcio europeo con sede a Nyon. Un’attesa snervante per moltissimi tifosi, che cercano come spesso accade indizi sul web per capire che cosa accadrà. A farne le spese è stato un giornalista giapponese, di nome Tasuku ma su Twitter abbreviato come “Tas”, una sigla che ha attirato le attenzioni di molti milanisti, che si sono rivolti a lui sul social network chiedendogli i favori più disparati.

Milan, i tifosi twittano al Tas sbagliato

Ormai è risaputo, il web ha aperto ai tifosi di calcio di tutto il mondo un universo in cui volano indiscrezioni, a volte vere altre totalmente inventate, e si cercano continuamente indizi su trattative e non solo. Un universo in cui chiamarsi nel modo sbagliato, nel momento sbagliato, può portare a diversi inconvenienti.

D’altronde questo inizio di estate 2018 coincide con un periodo molto delicato per il Milan e di conseguenza per tutti i suoi tifosi. Nella giornata del 27 giugno è infatti arrivata la tanto attesa decisione dell’UEFA, che aveva precedentemente rifiutato la proposta di settlement agreement della società rossonera.

Dopo settimane di valutazione, l’organo di controllo del calcio europeo ha decretato l’esclusione del club meneghino dalla prossima edizione dell’Europa League, nel 2018/19, che la squadra aveva faticosamente conquistato sul campo, ottenendo la certezza del proprio piazzamento solamente nell’ultima giornata di campionato.

La sentenza UEFA, seppur attesa, è stata un brutto colpo per il Milan, che comunque non ha del tutto perso le speranze e ha deciso di fare ricorso al Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport, con la speranza che possa ribaltare quanto stabilito.

Aspettando questa nuova sentenza, quindi, molti tifosi rossoneri hanno cominciato a spulciare il web alla continua ricerca di notizie e indizi. Ad attirare l’attenzione di molti di loro, su Twitter, è stato un profilo identificabile proprio con il tag “@Tas“.

Tantissimi sostenitori hanno twittato appelli rivolgendosi direttamente a questo profilo, probabilmente convinti che si trattasse del tribunale che ha in mano le sorti europee del “Diavolo”, chiedendo favori di ogni tipo.

C’è chi gli scrive di valutare una riammissione del Milan all’Europa League “per il bene dei tifosi e del calcio”, chi propone di bloccare il mercato della società al posto dell’esclusione. Peccato che tutto questo non sia nei suoi poteri: il profilo in questione, infatti, appartiene a un giornalista giapponese che ha in questo caso la sfortuna di chiamarsi Tasuku Okawa, sul social abbreviato appunto come “Tas”.

Tasuku è in realtà capo editore della versione giapponese della rivista Goal, e ha ricevuto così tanti messaggi che ha dovuto ribadire a più riprese la sua vera identità, che non c’entra in nessun modo con il tribunale in questione. Il giornalista nipponico ha infatti dovuto aggiungere alla sua biografia una specifica: “Non sono il TAS!”.

Curiosamente, i tifosi milanisti non sono i primi a cadere in questo fraintendimento. In un tweet, Tasuku infatti spiega: “Prima l’Atlético Madrid, poi il Perù e ora il Milan”. Le squadre in questione, infatti, hanno in comune il fatto di essere state costrette a ricorrere al Tas per ribaltare delle sentenze sportive, ed evidentemente anche nei casi precedenti l’account Twitter di Tasuku aveva tratto in inganno molti utenti.