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Morta Emanuela Perinetti, il padre Giorgio: “Soffriva di anoressia. Com’è possibile spegnersi così?”

Morte Emanuela Perinetti commento padre

Dopo la morte della figlia Emanuela Perinetti, il padre della 34enne, Giorgio, ha voluto ricordarla e ripercorrere la sua agonia.

La morte di Emanuela Perinetti, deceduta a soli 34 anni per anoressia, ha sconvolto il padre Giorgio. L’uomo, storico responsabile dell’area tecnica di Avellino e dirigente del calcio italiano con decenni di esperienza alle spalle nella Roma, nel Napoli o nella Juventus, non riesce a rassegnarsi alla prematura e improvvisa scomparsa della figlia.

Addio a Emanuela, soffriva di anoressia

La terribile perdita ha sconvolto sia Giorgio Perinetti che la sua seconda figlia. La famiglia, negli ultimi anni, aveva già dovuto affrontare un altro terribile lutto quando, nel 2015, era morta la moglie del dirigente e madre delle due ragazze.

Proprio come suo padre, Emanuela lavorava nel mondo dello sport nel ruolo di consulente in supporto a brand, club e atleti al fine di raggiungere obiettivi di marketing digitale, sostenibilità e innovazione. Era anche una influencer alquanto nota sul web.

I funerali della 34enne si sono tenuti nella giornata di venerdì 1° dicembre nella Basilica di Sant’Eustorgio, a Milano. La giovane donna si è spenta lo scorso mercoledì dopo essere stata ricoverata per una decina di giorni al Fatebenefratelli in gravi condizioni. Nonostante il precario quadro clinico, sia il padre che la sorella speravano in un miracolo.

Morte Emanuela Perinetti, il ricordo del padre Giorgio

“Il ricovero sembrava stesse dando risultati, fino a che non è arrivata una terribile telefonata che ci annunciava che le sue condizioni erano peggiorate”, hanno raccontato i familiari di Emanuela. Il padre della 34enne si è precipitato a Milano da Avellino, poco prima che la figlia morisse. “I medici hanno fatto il possibile. Da tempo stava lottando contro l’anoressia. Lei si preoccupava per me e mi diceva che tutto andava bene”, ha detto l’uomo.

“Amava il suo lavoro, era felice. Le avevo detto di una promessa fatta alla mamma per vederla guarire e lei mi diceva che ce l’avrebbe fatta. Invece l’altro giorno, quando mi ha detto che aveva ‘parlato’ con lei, ho capito che non c’era più nulla da fare”, ha rivelato il dirigente. “E allora mi chiedo come sia possibile spegnersi così, senza nessun problema economico, professionale o sentimentale”.

Infine, Perinetti ha voluto ricordare la figlia, ripensando ai tempi in cui era piccola. “Da bambina mi aspettava dopo le partite, con gli occhi imploranti. Io dicevo: ‘Torni a casa con la mamma oppure vieni con il papà in pullman fino a Trigoria?’. Risposta scontata, veniva con noi e sta sulle ginocchia di Aldair e gli altri a giocare”.