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Omicidio Annalisa D'Auria, i messaggi del compagno: "Vi ho beccati, adesso so chi sei"

Dietro al femminicidio di Torino ci sarebbero la gelosia e la mania del controllo da parte di Agostino Annunziata

Dietro al femminicidio di Torino ci sarebbero la gelosia e la mania del controllo da parte di Agostino Annunziata

Secondo quanto ricostruito al momento, dietro l’omicidio di Annalisa D’Auria ci sarebbero la gelosia e la mania del controllo da parte del compagno, Agostino Annunziata.

Secondo una prima analisi esterna effettuata dal medico legale, sul corpo della vittima sono state rivelate altri lievi ferite provocate dalla lama del coltello utilizzato per uccidere la donna.

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La gelosia dell’uomo

Agostino Annunziata si era convinto che Annalisa lo tradisse. La controllava in ogni cosa: dall’abbigliamento al cellulare. Secondo quanto ricostruito Annalisa, la sera del femminicidio, l’uomo le strappò il cellulare dalle mani e vide che stava chattando con gli amici per organizzare una cena.

Questo, agli occhi di Annunziata, è stato come un affronto tanto che avrebbe chiamato uno dei colleghi della donna e gli avrebbe detto: “Bravo, adesso so chi sei, vi ho beccati, domani vengo a prenderti“. Successivamente, Annalisa avrebbe mandato un messaggio sulla loro chat di gruppo: “Domani vengo a scuola e faccio un casino“.

Annalisa il giorno dopo era attesa all’Istituto Agrario Dalmasso, dove svolgeva il ruolo di operatrice scolastica, ma i colleghi non vedendola arrivare si sono preoccupati: “Abbiamo subito capito che era successo qualcosa“.

Uccisa davanti alla figlia

Sul corpo della donna, oltre alla coltellata che le è stata fatale, sono state rilevate altre lievi ferite provocate dal coltello con la quale è stata uccisa. L’uomo, prima di colpirla con il coltello, avrebbe tentato di strangolarla.

Tutto questo davanti agli occhi della figlia di tre anni che adesso si trova ricoverata all’ospedale Regina Margherita, circondata dagli zii e dagli psicologi alla quale chiede: “Ma mamma quando viene?“.

Annunziata, dopo aver ucciso la compagna, ha accompagnato la figlia ad un collega per poi recarsi alla Massifond di Orbassano, dove lavorava, e si è suicidato gettandosi nel vuoto da un silos alto una ventina di metri.

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