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Operazione Triton, cos'è e chi ha firmato

Operazione Triton

Quali sono le operazioni di sicurezza che l'Europa ha adottato per far fronte all'emergenza sbarchi? Vediamole.

Il mar Mediterraneo vive, da qualche anno, una situazione di emergenza umanitaria. Guerre e povertà stanno moltiplicando il numero di persone che cercano di fuggire dalla miseria sperando in un nuovo inizio sul territorio europeo. Per farlo, però, devono affrontare viaggi disperati, in condizioni estremamente incerte, su barconi stipati senza controllo. Questa situazione di flusso continuo è diventata un problema per gli stati del vecchio continente. Occorre imparare a gestire non solo la quantità di persone che riescono a raggiungere la terra, ma anche la continua minaccia di tragedie nelle acque del proprio mare. Le navi affondate che hanno portato con loro centinaia di vite umane sono purtroppo sempre più frequenti. E l’Europa cerca, non senza polemiche e aspri dibattiti, di far fronte all’emergenza adottando misure di ad hoc. Tra queste operazioni, figurano Mare Nostrum, l’operazione Triton e la più recente operazione Themis. Vediamo qual è il loro obiettivo.

Le operazioni sul Mediterraneo

L’Unione Europea ha cercato di far fronte all’emergenza migranti adottando misure straordinarie per gestire il Mediterraneo. La prima è stata Mare Nostrum, una enorme operazione mirata al salvataggio di coloro che, senza garanzie, tentavano di affrontare il viaggio tra le coste libiche e le spiagge di Calabria e Sicilia. La misura è rimasta in vigore per un anno circa, per poi essere sostituita dall’operazione Triton. Alla base del cambiamento c’è stata la necessità di cercare una via meno dispendiosa. Mare Nostrum, infatti, pesava non poco sulle spalle degli stati aderenti. A guidare le operazioni, la Guardia costiera italiana.

L’operazione Triton

Dopo Mare Nostrum, dunque, si è deciso per una via meno onerosa. La nuova misura attuata è stata l’operazione Triton, gestita da Frontex, che aveva sempre l’obiettivo di presidiare i confini europei e, in particolar modo, quelli italiani. A partecipare a questo nuovo progetto sono stati 15 paesi appartenenti all’Unione Europea, e in particolare Italia, Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera, Romania, Polonia, Lituania e Malta. L’operazione consiste in un controllo del Mare Mediterraneo attuato con mezzi umani e militari forniti dagli Stati aderenti e gestiti direttamente da Roma. Il dramma dei naufragi, però, non è ancora stato risolto.

L’operazione Themis

Ultimamente, anche l’operazione Triton è stata rivista. I continui sbarchi e le tragedie che il Mediterraneo continua a testimoniare hanno portato Frontex e l’Europa a rivedere i confini di attuazione della misura di sicurezza. Con Themis le rotte seguite e pattugliate aumentano. Non più solo quelle che giungono in Italia, ma anche quelle che prevedono come arrivo Grecia, Albania e Turchia.