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Via libera delle Commissioni: il decretone arriva alla Camera

Commissioni decretone, lunedì in aula

Dopo l'approvazione alla Camera, il testo tornerà al Senato per la seconda lettura e l'approvazione definitiva entro il 29 marzo.

L’ok delle Commissioni Lavoro e Affari sociali è arrivato in nottata, dopo il termine dell’esame degli emendamenti al decretone su reddito di cittadinanza e quota 100. Il testo è stato inviato al relatore che lo porterà in Aula alla Camera lunedì 18 marzo, si apprende dall’Ansa. Sono dunque stati rispettati i tempi previsti per la discussione a Montecitorio. Il decreto sarà poi inviato nuovamente al Senato per una seconda lettura. I parlamentari di Palazzo Madama dovranno approvarlo in via definitiva entro il 29 marzo.

Via libera delle Commissioni

Sono stati diversi i momenti, nelle giornate precedenti al via libera, in cui si è temuto che i lavori delle Commissioni non sarebbero terminati entro i tempi previsti. Le opposizioni, riporta Repubblica, hanno sottolineato l’avvicendarsi di problemi tecnici di bollinatura ma anche i continui scontri interni alla maggioranza gialloverde. Ma, nel corso delle ultime sedute, è stata trovata un’intesa. In primo luogo, quella tra governo e Regioni sui navigator, che dai 6mila iniziali sono scesi a 3mila. Questi operatori forniranno “assistenza tecnica” a coloro che faranno richiesta del sussidio di cittadinanza presso i Centri per l’impiego delle Regioni. Dal 2020, queste ultime potranno fare uso delle risorse avanzate per un piano straordinario di assunzioni, fino a 3mila nuovi membri del personale. Dal 2021, sarà possibile assumere 4.600 nuove unità. Il governo ha stanziato 120 milioni per il 2020 e 304 per il 2021.

Pensioni e working poor

Novità anche sul piano pensionistico. La pensione di cittadinanza potrà infatti essere erogata anche in contanti presso gli uffici postali e in banca, oltre che sulla card del reddito.

Tra gli emendamenti approvati compare anche quello che riguarda i cosiddetti working poor, ovvero coloro che hanno un impiego ma con un salario che non li tutela dal rischio povertà. Anche questi lavoratori potranno usufruire delle offerte di lavoro dei Centri per l’impiego.