> > Raduno Lega a Pontida: aggredito un giornalista, insulti a Gad Lerner

Raduno Lega a Pontida: aggredito un giornalista, insulti a Gad Lerner

tensione raduno pontida

"Possono essere sbagliati i toni, bisogna sempre portare rispetto. Sono state fatte scelte che non corrispondono alla volontà popolare".

Giuseppe Provenzano, il ministro per il Sud, ha espresso la sua solidarietà verso il giornalista di Repubblica aggredito al raduno leghista di Pontida: c’è tensione sul Pratone. “A Pontida oggi nuova aggressione al giornalismo. Solidarietà a Gad Lerner, i ripetuti insulti a lui rivolti devoto rendere ancora più saldo l’ancoraggio all’art. 21 della nostra costituzione e il diritto dei cittadini a un’informazione libera”. Antonio Nasso, il videomaker aggredito, ha tentato di raccogliere le tensioni leghiste ma è stato aggredito da un militante. Quest’ultimo, secondo quanto riporta Il Messaggero, avrebbe sferrato un pugno contro la telecamera e avrebbe danneggiato il microfono. L’aggressione viene commentata anche da Filippo Sensi (Pd): “Ieri gli insulti del deputato Comencini a Mattarella. Oggi intimidazioni e aggressioni leghiste alla stampa. Solidarietà a Repubblica“. Ma non si tratta dell’unico episodio di umore nero: vediamo la situazione.

Tensione al raduno leghista di Pontida

Il raduno della Lega a Pontida è caratterizzato da tensione e umore nero. Nella giornata di ieri, sabato 14 settembre, infatti, i militanti avevano attaccato la figura di Sergio Mattarella, definendolo “mafioso”. In particolare, il deputato veneto Vito Comencini aveva dichiarato: “Mi fa schifo chi non tiene conto del voto del 34 per cento degli italiani”. Il vilipendio è rivolto al capo dello Stato. In difesa di Mattarella, però, Laura Boldrini ha pubblicato un tweet: “La disperazione per aver perso poltrone non autorizza i leghisti a blaterare insulti verso le istituzioni”.

laura boldrini tweet

Ma all’arrivo del leader del Carroccio, i temi vengono smorzati: “Possono essere sbagliati i toni, bisogna sempre portare rispetto. Sicuramente sono state fatte scelte che non corrispondono alla volontà popolare. Io però non uso l’insulto e propongo agli italiani un cambiamento”. Poi Salvini ribadisce: “Nei prossimi mesi ci sarà il governo del popolo che farà quello che non farà il governo del palazzo”.

raduno pontida

Gli insulti a Gad Lerner

Il giornalista di Repubblica Gad Lerner è stato accolto dai militanti con fischi e parole molto dure intorno alle ore 9:45. “Ebreo, massone, straccione, vai a casa, figlio di cento padri, spargi sempre m****a su di noi, oggi sei tu che hai la m***a, provocatore”. E ancora: “Sei un buffone”, “Ti facciamo mangiare la m***a”. Ma il giornalista, venuto a documentare l’umore nero dei leghisti ha dichiarato alle telecamere: “Certo che sono venuto per un servizio, scrivo per la Repubblica. Vengo a Pontida da prima di loro”. I militanti, seguendolo, lo hanno incalzato: “Straccione, vai a casa”. Anche un videomaker che voleva realizzare le riprese della situazione è stato duramente attaccato: “è meglio che te ne vai, altrimenti ci incazziamo” gli hanno urlato.

Insulti a Giuseppe Conte

Intorno alle ore 12, inoltre, al raduno di Pontida sono partiti i fischi contro il premier Giuseppe Conte, nominato dal capogruppo della Lega Senato Massimiliano Romeo. “Il Presidente del Consiglio, che amava definirsi avvocato del popolo, a un certo punto decide di abbandonare il popolo e di piegarsi alle élite, a Macron e alla Merkel. Vergogna!”. Al leghista fanno eco i militanti: “buffone, buffone” e “vergogna!” gli insulti gridati. Poco prima di mezzogiorno, invece, Matteo Salvini aveva dichiarato al microfono: “Sono curioso di capire cosa ha svenduto il presidente del Consiglio in termini di sovranità ed economia italiana per aver la pacca sulla spalla che ha avuto da Macron e dalla Merkel. Vigileremo”.

L’arrivo di Matteo Salvini

Matteo Salvini ha raggiunto Pontida introno alle ore 10, accolto dalle urla dei militanti: “Matteo, Matteo!”. Tra i primi temi trattati dal leghista ci sono le imminenti elezioni regionali in Umbria. L’attacco ai 5 stelle è evidente: “Si rassegnino perché in Umbria c’è una voglia di cambiamento dopo 50 anni di sinistra e i trucchetti di palazzo non valgono nulla. Ognuno è artefice del suo destino. Lascio a loro la disperazione io mio tengo la nostra voglia di costruire“. Sulla legge elettorale, invece, ha dichiarato: “Gli alleati del centrodestra sono d’accordo con un referendum sulla legge elettorale. Ne avevo parlato con entrambi. Io voglio che ogni italiano sappia per chi vota, senza che ci siano partitini che tengono in ostaggio il Paese”. Infine, l’immigrazione: “I migranti? Ce ne sono decine di migliaia che a parole sarebbero dovuti già partire e andare all’estero. Il problema è che l’Italia torna ad essere un campo profughi, lo vedremo nelle prossime settimane. Le Ong hanno festeggiato. Se smonteranno il decreto sicurezza, sarà un’altra occasione di referendum perché sia il popolo ad opporsi alle scelte del palazzo”.

La menzione a Enrico Berlinguer

Sul palco, Salvini cita poi il fu segretario del Pci Enrico Berlinguer paragonandolo agli attuali politici della sinistra italiana, a suo dire non alla sua altezza: “Renzi, Franceschini, la Boschi, Zingaretti per dignità non possono usare la parola comunisti. Perché i comunisti di una volta erano persone serie. Berlinguer si rivolterebbe nella tomba vedendo questi cialtroni che parlano di sinistra e tradiscono i valori. Sono traditori e poltronisti”. Sempre parlando di comunisti, Salvini ritorna sul tema immigrazioni puntando il dito contro la comandante della Sea Watch Carola Rackete, da lui definita una: “Comunista viziatella”.

Le frasi contro i senatori a vita

Nel corso del suo intervento, Matteo Salvini esprime poi la sua opinione in merito all’istituto dei senatori a vita, a suo dire da abolire: “Fosse per me i senatori a vita li cancellerei politicamente dall’ordinamento italiano”. Per avvalorare la sua opinione, il leader della Lega fa l’esempio di Enzo Ferrari, che secondo Salvini: “Non fu ritenuto degno di fare il senatore a vita. Invece degli abusivi non eletti da nessuno sì, che hanno votato un governo di traditori”. Da qui parte poi l’aggancio al grande tema che ha contraddistinto la giornata di Pontida, il lavoro: “La differenza tra i produttori e i parassiti, tra i costruttori e gli uomini di chiacchiera”.

I bambini sul palco

Mentre il discorso del segretario leghista volgeva al termine, un gruppo di bambini è stato fatto salire sul palco in un diretto riferimento allo scandalo degli affidi di Bibbiano. Tra i bambini presenti sul palco, Matteo Salvini ha poi parlato della piccola Greta che sarebbe finalmente tornata a casa dai genitori dopo un anno. Sul finale è arrivata poi l’ultima esortazione di Matteo Salvini, che ha esclamato: “Mai più bambini rubati alle loro famiglie. Mai più i bambini come merce”.