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Mes: con 164 voti il Senato dice sì alla risoluzione della maggioranza

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Dopo il via libera della Camera anche l'Aula del Senato ha approvato la risoluzione della maggioranza sul Mes, che è passata con 164 voti favorevoli.

Dopo il parere favorevole della Camera dei Deputati, alla fine anche al Senato è passata la risoluzione della maggioranza di governo in merito al Mes, o Fondo salva Stati. Nella serata dell’11 dicembre l’Aula di Palazzo Madama ha infatti approvato, con 164 voti a favore e 122 contrari, la risoluzione unitaria sulle comunicazioni che il Premier Conte ha diramato in mattinata in vista del prossimo vertice del Consiglio Europeo. Poche ore prima era giunto anche il sì da Montecitorio con 291 voti favorevoli e 222 contrari.

Mes: il Senato approva la risoluzione della maggioranza

L’intervento di Giuseppe Conte alle Camere è giunto a poco più di una settimana di distanza dal precedente discorso in cui riferiva a proposito del meccanismo europeo del Mes nell’Aula di Montecitorio, davanti agli occhi giudicanti dei suoi principali oppositori su questo argomento: il leader della Lega Matteo Salvini e la segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. In quell’occasione i due politici avevano infatti definito il Presidente del Consiglio un bugiardo e un burattino al servizio della Germania.

È stato tra l’altro lo stesso Conte nella giornata di mercoledì a criticare l’atteggiamento tenuto dalle opposizioni nei confronti del Mes e dei presunti rischi che questo potrebbe presentare per l’Italia: “Vero è che un dibattito portato avanti in modo molto confuso rischia di indurre il sospetto, nei mercati e nelle istituzioni internazionali, che siamo noi stessi a dubitare dell’impegno assunto di mantenere il debito su un sentiero di piena sostenibilità: questo sì che sarebbe un modo per danneggiare il risparmio degli italiani”.

L’intervento di Matteo Salvini

Durante le dichiarazioni pre voto ha preso la parola anche il leader leghista Matteo Salvini, che ha criticato il cambio di vedute avuto nel corso degli ultimi mesi dal M5s sulla questione del Mes: “Leggo l’ultimo passaggio, perché qualche giornalista parla di mercato delle vacche. Nel programma elettorale del M5s si legge testualmente ‘Il M5s si impegnerà allo smantellamento del Mes’. Il M5s voleva smantellare il Mes, viva la coerenza”. Non è la prima volta infatti che l’ex ministro dell’Interno accusa i pentastellati di giravolte ideologiche su alcune tematiche.

Successivamente Salvini ha attaccato in modo duro il Pd, reo secondo l’ex ministro di voler sommergere il Paese di tasse seguendo le indicazioni dell’Europa: “Lealtà e coerenza nel difendere l’Italia e gli Italiani pagano, le porte della Lega che cresce sono aperte alle Donne e agli Uomini di buona volontà. Mai col PD delle tasse e dell’austerità, noi non cambiamo idea”.

Spaccatura nel M5s

Nel corso delle votazioni tenutesi nelle due Camere una certa aria di crisi è tuttavia spirata all’interno del M5s, con ben quattordici deputati che non hanno partecipato al voto alla Camera ed il senatore Stefano Lucidi che ha addirittura annunciato il suo voto contrario al Senato, Intervistato in merito alla sua posizione odierna sul Mes, Lucidi ha affermato: “Se sarò il primo senatore a passare alla Lega? Questo non lo so. Quello che so è che oggi nel M5s, gruppo Senato, non c’è spazio per fare politica.

Secondo alcune voci che circolano negli ambienti di Palazzo Madama inoltre, sarebbero almeno cinque i senatori del M5s pronti a lasciare il Movimento in disaccordo con l’atteggiamento del partito sulla questione Mes. Tra questi Francesco Urraro, Ugo Grossi e Gianluigi Paragone, con quest’ultimo che nella giornata del 10 dicembre aveva anch’egli annunciato il suo voto contrario al Senato.