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Domenico Arcuri gestirà le donazioni della Protezione Civile

L'amministratore delegato di InvItalia

Un decreto legge consentirà al supercommissario la gestione di 200 milioni derivanti da donazioni e atti di liberalità.

Per l’amministratore delegato di InvItalia Domenico Arcuri, chiamato in piena emergenza Covid a gestire gli approvigionamenti di apparecchiature sanitarie e dispositivi di protezione individuale, è pronto un nuovo incarico. Attraverso il decreto Cura Italia, il governo lo autorizzerà a gestire direttamentete i fondi della Protezione Civile pervenuti con atti di liberalità durante questi mesi, per una somma di circa 200 milioni di Euro. Il decreto definisce anche “le modalità di acquisizione e di utilizzazione dei fondi” spettanti al supercommissario nominato da Giuseppe Conte, che vedrà accrescere così le sue competenze e il suo potere decisionale. Tali per cui, già il 99% degli acquisti di mascherine e altri Dpi effettuati con le donazioni giunte alla protezione civile, sono stati effettuati previa sua approvazione.

Domenico Arcuri e le donazioni della Protezione Civile

Con un’ordinananza della protezione civile, la n. 639 del 25 febbraio scorso, la struttura governativa attualmente capeggiata da Angelo Borrelli è stata autorizzata ad accogliere e utilizzare risorse ottenute tramite donazioni e altri atti di liberalità, mentre il d.l. Cura Italia ha ufficialmente disposto l’apertura di conti correnti bancari per la raccolta e l’utilizzo di tali somme, finalizzate a far fronte all’emergenza epidemiologica ancora in corso. Questi sono due: uno destinato alle famiglie vittime del virus con importo massimo erogabile di 55 mila euro per nucleo familiare, e un tetto di 15 mila per ogni componente (che diventano 25 mila in presenza di famiglia mononucleare); l’altro disposto per l’acquisto di attrezzature e apparecchi per fronteggiare il coronavirus, che risulta essere quello tra i due più cospicuo.

Proprio attraverso questo fondo donazioni sono stati già spesi quasi 150 milioni e ne sono avanzati poco meno di 20. Tutti soldi spesi dalla protezione civile per l’ottenimento di mascherine, kit tamponi, ventilatori, camici, flussimetri e anche sei impianti di produzione di mascherine, ma di cui, purtroppo, ancora non si conoscono prezzi di acquisto e fornitori.