> > Speranza: "Probabilmente la terza ondata arriverà, battaglia ancora dura"

Speranza: "Probabilmente la terza ondata arriverà, battaglia ancora dura"

Speranza

Il ministro Speranza è preoccupato per l'arrivo della terza ondata e la risalita della curva dei contagi: "Continuare con le restrizioni".

Dopo una recrudescenza dell’epidemia in Europa e l’aumento dell’indice di contagio che è tornato sopra quota 1, per il ministro della Salute Speranza la terza ondata non è più un’ipotesi ma una certezza: “La seconda ondata non è mai finita davvero. Adesso c’è una ripartenza e probabilmente sì, il terzo picco arriverà“.

Speranza sulla terza ondata

Unici lati positivi per l’esponente del governo, intervistato dal Corriere della Sera, sono i 19 miliardi per la sanità stanziati nel Recovery plan e i numeri degli italiani vaccinati contro il Covid che hanno superato quota mezzo milione: “Stop alle critiche e niente trionfalismi, stiamo facendo la nostra parte“. Parlando di un recupero dopo le accuse iniziali di ritardo, ha ribadito di aver lavorato molto per organizzare la campagna e che la macchina sta entrando a regime. “Non è una gara, però dopo tante critiche prive di senso è bello vedere che siamo secondi in Europa in valore assoluto“.

Per Speranza le dosi previste per l’Italia sono però troppo poche per il primo trimestre. Gli ulteriori acquisti dalla Pfizer annunciati dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen arriveranno infatti a partire dal secondo trimestre, cioè da aprile in poi. Altro punto dolente è AstraZeneca, su cui ancora non ci sono certezze e la valutazione dell’Ema dovrebbe arrivare entro fine gennaio. Se così fosse potrebbero arrivare 8 milioni di dosi entro la primavera con il risultato di avere 5 o 6 milioni di persone vaccinate nei primi tre mesi dell’anno.

Quanto alla situazione epidemiologica italiana, il timore del ministro è che “la curva possa facilmente risalire, come purtroppo vediamo in larga parte dei Paesi europei dove i numeri sono significativamente peggiori dei nostri“. Di qui la necessità di rigore, prudenza e la conferma delle misure restrittive nel prossimo dpcm.