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Rivoluzione Milan: via Fassone e Mirabelli, tornano gli ex

Fassone e Mirabelli

Elliott, nuovo proprietario del club, ridefinisce il quadro dirigenziale: dopo Leonardo, pronti a tornare anche Gandini e Maldini.

L’estate 2018 ha segnato l’ennesima rivoluzione per il Milan. Il passaggio di proprietà da Yonghong Li a Elliott ha innescato una serie di cambiamenti all’interno della società, dettati dalla volontà del fondo americano di staccare nettamente con il recente passato, che ha visto il club rossonero alle prese con diverse situazioni delicate: da quella legata alla gestione dell’ormai ex presidente cinese, fino all’esclusione dall’Europa League comminata dall’UEFA e infine ribaltata dalla sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport. Per lasciarsi alle spalle questa serie di complicazioni, Elliott ha mostrato l’intenzione di voler ridefinire il quadro dirigenziale: dopo l’addio di Marco Fassone, allontanato “per giusta causa”, anche Massimiliano Mirabelli sembra pronto a lasciare il club, smantellando così di fatto la coppia che si era guadagnata i riflettori durante il calciomercato estivo del 2017 grazie a una serie impressionante di acquisti. Il nuovo organigramma prevede il ritorno di Leonardo, nuovo responsabile dell’area tecnica, e potrebbe riaccogliere in rossonero altre figure storiche come Umberto Gandini e Paolo Maldini.

Milan, la rivoluzione di Elliott

Esattamente come ci si attendeva, la fine del breve regno di Yonghong Li come presidente del Milan, con la proprietà del club passata nelle mani di Elliott, porta con sé una serie di profondi cambiamenti destinati a rivoluzionare l’assetto societario rossonero.

A pochi giorni dall’insediamento del fondo americano, con Paolo Scaroni diventato nuovo presidente della società milanese, è arrivata la rimozione di Marco Fassone dal ruolo di amministratore delegato a riprova dell’intenzione di Elliott di voltare definitivamente pagina e superare le molte difficoltà di gestione che il Milan ha affrontato nel corso dell’ultima stagione.

In seguito all’assemblea che ha definito il nuovo CdA del club, è stata diffusa una nota che spiegava come l’allontanamento dell’ex ad sia dovuta alla “compromissione del rapporto fiduciario per le modalità con cui ha gestito e comunicato l’instaurazione e la modificazione dei contratti con la società, la responsabilità nella predisposizione dei piani, la predisposizione e la struttura del mercato cinese. Fatti solo recentemente venuti all’attenzione e per cui sono in corso nuovi approfondimenti, con Rossoneri Sport Investment Lux che si riserva ulteriori valutazioni per la tutela dei diritti propri e della società”.

Dopo Fassone, anche il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, che non è partito per la tournée dei rossoneri negli Stati Uniti, potrebbe ricevere il benservito da Elliott. Soltanto la scorsa estate, i due dirigenti si erano guadagnati molte prime pagine durante il calciomercato estivo 2017 per aver messo a segno diversi colpi necessari a rinforzare la rosa del Milan.

Il verdetto del campo, tuttavia, non ha confermato il successo mediatico ottenuto dalla coppia dirigenziale milanista, ritenuta anzi responsabile per una stagione particolarmente difficile: se i risultati sportivi sono infatti gradualmente migliorati con l’arrivo in panchina di Gattuso, il club ha dovuto affrontare altre problematiche extra-campo, con l’UEFA che ha bocciato le proposte di voluntary e settlement agreement, prima che il Tas cancellasse l’esclusione dall’Europa League con la quale era iniziata la turbolenta estate milanista.

La reazione di Gattuso

Tra i cambiamenti ipotizzati in seguito al passaggio di società a Elliott c’era anche quello riguardante la panchina, con Gennaro Gattuso dato in partenza poiché considerato una scelta della vecchia dirigenza.

In realtà, a meno di un mese dall’inizio del campionato, il fondo americano pare orientato a dare fiducia al tecnico italiano, che parlando in conferenza stampa dalla tournée statunitense si è soffermato proprio sull’addio di Fassone e su quello probabile di Mirabelli: “Se sono l’allenatore del Milan è perché Massimiliano Mirabelli lo ha voluto fortemente, dandomi questa possibilità”, ha detto l’allenatore. “Io voglio fare questo mestiere, ma c’è grande rammarico, grande amarezza per il loro addio. Però bisogna guardare avanti. Magari sarò contestato anche io, quando sbaglierò due partite. Mi dispiace comunque, andiamo avanti e affrontiamo questo lavoro, che sarà molto difficile”.

“Io devo pensare a fare il mio”, ha poi proseguito l’ex centrocampista. “Lavorerò con persone nuove, affronterò le difficoltà. L’obiettivo è quello di mettere la squadra nelle condizioni migliori, non voglio fasciarmi la testa prima di spaccarmela”.

Milan, il nuovo organigramma di Elliott

Oltre ai licenziamenti eccellenti, però, Elliott ha già iniziato a muoversi concretamente anche in entrata, con l’intenzione di ridefinire il nuovo quadro dirigenziale il prima possibile.

In quest’ottica, il fondo americano si è già assicurato il ritorno del brasiliano Leonardo in qualità di responsabile dell’area tecnica. L’ex giocatore rossonero torna così al Milan dopo la proficua esperienza dirigenziale nei primi anni 2000, in seguito al ritiro dal calcio giocato.

Quello di Leonardo non sarebbe però l’unico ritorno eccellente nei piani di Elliott: per la sostituzione di Fassone si guarda infatti a Umberto Gandini, che dopo l’esperienza alla Roma farebbe ritorno al club milanese come direttore generale e potrebbe essere affiancato da Ivan Gazidis, chief executive dell’Arsenal, in qualità di nuovo ad.

Non è ancora tramontata, infine, la suggestione che porta al rientro in società della bandiera Paolo Maldini, per cui si considera una carica da vicepresidente.