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Il conflitto tra Russia e Ucraina imperversa sotto tutti i fronti, e Kyev è pronta a rispondere con un’arma finanziaria: tagliare Putin da Swift.
Cos’è Swift
Swift non è nient’altro che l’acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication: questo sistema prende il nome direttamente dalla società da cui trae origine, con sede in Belgio.
Si tratta di un codice tra le 8 e le 11 cifre che identifica in modo univoco il Paese, la banca e la filiale attraverso cui indirizzare un pagamento. Un biglietto da visita fondamentale nel mondo interconnesso della finanza globale, che assicura che le transazioni estere avvengano nel flusso corretto.
Le funzionalità di Swift
Swift nasce nei primi anni ’70 e la sua ascesa è pressoché istantanea. Ora è in forma di cooperativa creata e gestita da banche per facilitare lo scambio di pagamenti e messaggi tra le diverse istituzioni finanziarie di tutto il mondo. La Borsa Italiana definisce Swift come «il modo in cui il mondo sposta il valore».
Tecnicamente, con questo sistema non avvengono trasazioni vere e proprie: infatti, i messaggi che si scambiano con Swift contengono le istruzioni necessarie per trasferire i fondi: non il denaro vero e proprio, ma l’indirizzo a cui spedirlo.
Escludere la Russia da Swift sarebbe una strategia di guerra vera e propria
La piattaforma di messaggistica Swift connette oggi più di 11mila banche e istituzioni finanziari, in oltre 200 Paesi. In media, nel 2021 ha registrato 42 milioni di messaggi ogni giorno. Si tratta di un sistema interconnesso e globalizzato di proporzioni enormi.
Per questo, nelle ultime ore si è parlato di Swift come «arma atomica finanziaria» per rispondere all’attacco della Russia ai danni dell’Ucraina: bandire Mosca da questo sistema causerebbe probabilmente il collasso del suo apparato finanziario.