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Turismo in Italia: perché è fallito il "modello Gallipoli"

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Turismo: il "modello Gallipoli". Prezzi alti e pessimi servizio fanno calare le presenze. E l'Italia si fa superare da Spagna, Grecia e Portogallo

Nel centro salentino di Gallipoli sono crollate le presenze turistiche, il caso dell’Ibiza d’Italia pone alcuni interrogativi sul modo di fare turismo all’italiana. Quali sono le reali ragioni di questa crisi di crescita che sta interessando le nuove mete turistiche italiane? E perché l’Italia, cui spetterebbe per natura il podio in fatto di turismo si è fatta superare da altri paesi come Spagna, Grecia e Croazia?

Crisi di crescita per il turismo salentino

All’inizio di questa estate 2018 tutti i rapporti più o meno ufficiali sulla dinamica del turismo grondavano di entusiasmo ma siamo ormai ad agosto ed è tempo di bilanci reali, che al momento sembrano non supportare questo tanto decantato trend di crescita. Gallipoli è il caso più esemplificativo. Sì perché da un lato resta innegabile l’impennata del turismo registrata negli ultimi anni ma allo stesso tempo ci si trova alle prese con un mese di luglio da dimenticare, con un calo di presenze che va dal 20 al 60 per cento.

Prezzi altissimi e pessimi servizi

Dati che stupiscono quanti hanno ancora sotto gli occhi le immagini delle feste in spiaggia, delle discoteche, dei vip distesi sotto il sole del Salento. Eh sì il magico Salento quello de “lu sule, lu mare, lu ientu”, quello degli abusi edilizi, quello dei posti letto affittati sui balconi a prezzi folli. Ed è subito evidente la criticità di un turismo improvvisato e tendenzialmente insostenibile. Il boom del turismo nella regione salentina è un dato reale il vero problema è emerso quando, all’incremento della domanda turistica gli imprenditori pugliesi hanno risposto con un’impennata dei prezzi cui non è corrisposta una crescita qualitativa dei servizi offerti. Prezzi esorbitanti, scarsi servizi e pessima qualità hanno dunque caratterizzato il turismo di una regione fino a pochi anni fa scarsamente frequentata e quindi sostanzialmente impreparata a fronteggiare l’impennata del turismo internazionale.

“Tutto e subito”, un modello improvvisato

Il fatto è che il nostro è un paese meraviglioso sotto tutti i punti di vista, ma purtroppo esiste un divario crescente tra l’Italia accessibile ai più, quella fatta di prezzi alti e scarsi servizi e l’Italia degli elevati standard, del lusso inaccessibile e della cura dei dettagli. Il fatto è che la crisi di qualità è anzitutto legata ad un turismo improvvisato, ad un modello imprenditoriale alla costante ricerca del modo più rapido e semplice per fare soldi. Una logica che ci rende strutturalmente incapaci di investire in progetti continuativi, perché guidati dalla bramosia di ottenere tutto e subito, cavalcando l’onda del successo. Destinata però ad infrangersi contra la realtà: quella degli abusi edilizi e dei locali sequestrati. Come la discoteca Cave, chiusa perché la struttura può ospitare solo un bar o il Parco Gondar, 30 mila metri quadrati dedicati all’intrattenimento sequestrati per abusi edilizi.

Spagna e Grecia superano l’Italia

Ecco perché il modello Gallipoli sta fallendo, trascinando con sé il paese dello sconfinato patrimonio artistico e delle bellezze naturali che lasciano senza fiato. E i dati parlano chiaro: nel 2017 in Italia gli arrivi internazionali sono aumentati del 3,5 per cento ma si tratta di cifre che non supportano il tanto decantato boom del turismo in Italia, specie se rapportati a quanto è accaduto in altri Paesi dell’Europa meridionale, come il Portogallo o la Grecia, dove l’incremento è stato superiore al 10 per cento, oppure come la Spagna, dove ha raggiunto un consistente più 9,1 per cento.