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Zidane sulla testata a Materazzi: le nuove rivelazioni del francese

Zidane

L'ex campione francese, Zinedine Zidane, torna a parlare della celeberrima testata rifilata a Marco Materazzi nella finale dei Mondiali 2006

Era il 9 luglio 2006, e si giocava Italia-Francia, finale dei Mondiali organizzati in Germania. Dopo l’uno a uno dei tempi regolamentari si va ai supplementari. La partita è tesa e bloccata, con entrambe le compagini che ormai aspettavano solo i rigori. Ad un certo punto, però, tutto si ferma. È successo qualcosa che le telecamere non hanno ripreso in diretta. Il numero 23 azzurro, Marco Materazzi è steso al suolo, Zidane vicino a lui. Il replay non lascia scampo al capitano francese: la testata di Zizou fa il giro del mondo in pochi secondi. Espulsione e partita che si trascina ai rigori, dove l’Italia trionferà dopo l’ultimo gol di Grosso.

Zidane torna sulla testata a Materazzi: “Non ne vado orgoglioso”

Per molti anni non si è mai saputo che cosa fosse realmente successo tra Materazzi e Zidane. I media francesi hanno parlato per molto tempo di alcuni attacchi verbali di Marco nei confronti della sorella di Zidane, che avrebbero scatenato l’ira del numero 10 blue. Voci mai del tutto confermate. Zidane, dopo tanti anni, è tornato su quell’episodio, che è di fatto l’ultima immagine della sua carriera da calciatore (il ritiro arrivò proprio dopo il Mondiale): Non sono orgoglioso di quello che ho fatto, della testata, l’ho già detto. Ma fa parte del viaggio, non si può cambiare il passato. Anche nella vita di una persona, non tutto è fatto alla perfezione.”

Il ricordo di quella finale: lo splendido cucchiaio a Buffon

Zidane è anche ricordato, in quella partita, per aver aperto le marcature con uno splendido gol su rigore segnato a Gigi Buffon con il cucchiaio: “Il rigore col cucchiaio? È stato tecnico, certamente, ma non una follia. Dovevo fare quello, se è una cosa che ho fatto è perché dovevo. Potevo sbagliarlo, come no. Eravamo al settimo-ottavo minuto, c’era tempo, avevo pochi secondi per scegliere come calciarlo e di fronte avevo un portiere che mi conosceva perfettamente come Buffon. Bisognava inventare qualcosa.”