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Sanremo, la copertina di Maurizio Crozza sulla nostalgia del passato

Sanremo, la copertina di Maurizio Crozza sulla nostalgia del passato

La terza serata del Festival di Sanremo continua con la copertina di Maurizio Crozza, dove il comico in collegamento da Milano parla della nostalgia del passato. Proprio come nelle precedenti serate, anche in questa vi è la copertina di Crozza che, in collegamento da Milano, si tramuta nella figur...

La terza serata del Festival di Sanremo continua con la copertina di Maurizio Crozza, dove il comico in collegamento da Milano parla della nostalgia del passato.

Proprio come nelle precedenti serate, anche in questa vi è la copertina di Crozza che, in collegamento da Milano, si tramuta nella figura di Papa Bergoglio parlando di alcuni contrasti nella Chiesa, forse proprio in riferimento alla corruzione. Paragona la Chiesa ai Subsonica, proprio perché piena di contrasti interni dicendo: “La Chiesa è come i Subsonica, piena di contrasti interni. Oggi ho parlato della corruzione in Vaticano, ma mi rendo conto che rispetto Giletti è di minore interesse”.

Smessi i panni del Papa, ritorna in quelli di Crozza parlando di politica e facendo un chiaro riferimento alla copertina dicendo: “Come spiegare ai non addetti cos’è la cover? Una specie di rifacimento. Il governo Gentiloni del governo Renzi, che a sua volta era la cover di Berlusconi che a sua volta credeva di essere la cover di Rocco Siffredi”.

Parla di nostalgia, affermando che i conduttori di questa edizione del Festival la conoscono molto bene: “La nostalgia piace a noi italiani: Carlo con nostalgia (Migliori anni, Tale e Quale) sarebbe a cantare il Pulcino Pio alle feste di piazza. Maria ama così tanto la nostalgia che ha sposato Maurizio Costanzo, e poi ti credo che bacia chiunque”. Secondo lui, anche Masini è preda della nostalgia in quanto è giunto sul palco dell’Ariston travestito da Giuseppe Mazzini, battuta per la quale Conti scoppia in una sonora risata.

Si chiude poi con i giovani che si sentono spesso ripetere la solfa del “Si stava meglio ai miei tempi”, dove il comico ironizza dicendo: “Gli adolescenti stanno meglio di noi. Fanno i video, li montano, palleggiano, fanno i compiti, cantano in inglese, chiedono i soldi in italiano e io non glieli do in genovese. Alla loro età io mi chiudevo i testicoli nella zip. Tutti e due. Contemporaneamente. Platone criticava i giovani e spera che si possa fare un passo avanti verso di loro per comprenderli.