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Bimbo ucciso a Varese, il nonno: "Daniele non voleva andare ma il padre aveva il permesso di vederlo"

Davide e Daniele Paitoni

Il nonno del piccolo Daniele, ucciso dal padre Davide Paitoni, ha spiegato che il bambino non voleva andare, ma i giudici avevano dato il permesso.

Il nonno del piccolo Daniele, ucciso dal padre Davide Paitoni, ha spiegato che il bambino non voleva andare in quella casa durante le feste, ma i giudici avevano dato il permesso.

Bimbo ucciso a Varese, il nonno: “Daniele non voleva andare ma il padre aveva il permesso di vederlo”

Il nonno del piccolo Daniele, ucciso a soli 7 anni dal padre Davide Paitoni, si è chiuso nella sua villetta a Gazzada Schianno, pieno di dolore. “Il bambino non voleva andare. Noi abbiamo sbagliato a portarlo dal papà. Ma lui aveva il permesso del giudice…” ha dichiarato, spiegando che era stato concesso al padre di trascorrere il Capodanno con suo figlio. “Sto sentendo adesso in televisione. Non so neanche cosa dire” ha aggiunto, prima di rientrare a casa. In molti parlano di un omicidio che poteva essere evitato e ci sono ancora tante domande che meritano delle risposte. Paitoni, dopo aver ucciso il figlio, ha cercato di uccidere anche la ex moglie. Durante la sua fuga le ha mandato dei messaggi vocali. “Daniele è al sicuro, ti ho aggredita per punirti perché mi hai rovinato la vita e perché volevi portarmi via mio figlio” ha dichiarato. 

Bimbo ucciso a Varese, Paitoni era ai domiciliari

L’uomo ha cercato di scappare, ma i carabinieri hanno intercettato la sua Golf a Varese, inotrno all’1.30. Lui non c’era. Grazie ad un gps sono riusciti a seguirlo durante la fuga sul colle Sant’Elia. Come ricostruito dal pm Luca Petrucci, mentre lo stavano arrestando continuava ad urlare “sparatemi“. L’uomo era ai domiciliari, ma il giudice, su richiesta dei legali, gli aveva dato la possibilità di vedere la moglie e il figlio durante la detenzione in casa del padre Renato, a Morazzone. Il 26 novembre aveva cercato di uccidere con un taglierino un collega fuori dalla fabbrica di Azzate in cui lavorava. I due si erano dati appuntamento a fine turno dopo un aperitivo nello spogliatoio. “Chissà cosa vorrà da me, mio figlio è al sicuro, i suoi devono stare attenti…” aveva dichiarato ai colleghi prima di uscire. 

Bimbo ucciso a Varese, il giudice gli aveva concesso la possibilità di vedere il figlio

Il pm nella richiesta di misura cautelare aveva ricordato il procedimento aperto dopo le denunce della moglie e dei parenti. “Evidenzia il pm che Paitoni sarebbe sottoposto ad altri procedimenti per reati anche connotati da violenza (maltrattamenti e lesioni). Si tratta di carichi pendenti che potrebbero risolversi favorevolmente per l’indagato e che, dunque, non consentono di trarre qualsivoglia certezza” ha scritto il gip Anna Giorgetti nell’ordinanza di custodia. Pensavano che le uniche esigenze cautelari dipendessero dal pericolo di inquinamento delle prove. Il 6 dicembre era arrivato l’ok del giudice all’istanza dei difensori, in cui veniva data la possibilità di vedere la ex moglie e il figlio. A questa decisione era seguito un accordo tra gli avvocati per stabilire un calendario degli incontri. “Non ci hanno ascoltato” ha accusato la famiglia materna. “La vicenda è ancora aperta. Ma non mi erano stati segnalati pericoli per il piccolo” ha commentato Donatella Cicognani, avvocato della madre.