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Confesercenti, nel 2022 crollo delle nascite di nuove imprese

saldo negativo nuove imprese 2022 con saracinesche chiuse in tutta Italia

Commercio: Confesercenti, nel 2022 spariti due negozi ogni ora. Pesa il crollo delle nascite di nuove imprese

In base ai dati diffusi di Confesercenti si registra un saldo negativo – tra nuove attività e quelle che hanno chiuso i battenti per sempre – con un saldo negativo di oltre 20mila unità, per uma media di oltre 2 negozi spariti ogni ora 

Una media di due negozi spariti ogni ora

Nel 2022 sono nate solo 22.608 nuove attività, il 20,3% in meno del 2021. Un numero del tutto insufficiente a compensare le oltre 43mila imprese che hanno abbassato per sempre la saracinesca, e che fa chiudere l’anno con un bilancio negativo per oltre 20mila unità, per una media di oltre due negozi spariti ogni ora. Questi i dati diffusi da Confesercenti elaborati in base ai datiresi disponibili dalle fonti camerali.

Crollo del numero delle nuove imprese nel 2022

Dati che vanno interpretati. Come spiega infatti l’associazione, a pesare in questo saldo negativo, non sono tanto le imprese che hanno chiuso i battenti – in linea con quello rilevato negli anni precedenti la pandemia – ma quello delle aperture dello scorso anno. il più basso degli ultimi dieci anni.

Le Regioni che registrano i numeri più bassi delle aperture di nuove attività sono la  Sardegna (-33,2% rispetto al 2021), il Piemonte (-29,3%) e l’Umbria (-27,3%). Tra chiusure e mancate aperture, il numero di negozi di vicinato al servizio della comunità è calato, rispetto al 2012, del -14,3% circa.

Il problema delle piccole imprese

“La ripartenza post-pandemia non è riuscita a infondere nuovo slancio alle piccole imprese del commercio al dettaglio. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato crescentemente dominato da grandi gruppi e giganti dell’online, è sempre più difficile: ed i neoimprenditori, semplicemente, rinunciano, come evidente dal calo delle nuove aperture, inferiore addirittura all’anno della pandemia”, spiega Patrizia De Luise, Presidente di Confesercenti. “A rischio c’è il pluralismo del sistema distributivo e il servizio ai cittadini: proprio l’anno della pandemia ha dimostrato il valore della rete dei piccoli negozi – dagli alimentari alle edicole – per la popolazione. Occorre aiutare le piccole superfici di vendita a inserirsi nel mercato e a restarci. Innanzitutto, puntando di più sulle politiche attive, a partire dalla formazione imprenditoriale e dal tutoraggio delle start-up da parte delle associazioni di categoria. Ma servirebbe una spinta anche sul piano fiscale, con un regime agevolato per le attività di vicinato”.