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Pamela Mastropietro: lei come la Madonna, Oseghale Gesù Bambino

pamela mastropietro

"Abbiamo ritenuto questo quadro blasfemo, dissacrante e offensivo sia della religione che di Pamela e della sua tragedia".

Pamela Mastropietro è la ragazzina uccisa e fatta a pezzi a Macerata circa un anno fa: sul suo caso è stata realizzata un’opera d’arte che ha scatenato l’ira dei familiari. L’artista, Andrea Villa ha deciso di raffigurare Pamela come la Madonna, mentre il suo assassino Oseghale sarebbe Gesù bambino. Il quadro, inoltre, avrebbe dovuto essere esposto alla mostra ‘Salotto borghese, Italia agli immigrati‘ di Torino, ma non è stato esposto. La famiglia, infine, è pronta ad “andare a fondo” della situazione e a valutare “le azioni più opportune”.

L’artista ha rivelato: “Io da sempre faccio ricerca sui mass media e su come vengono rappresentate le varie questioni. La mia riflessione è stata come l’immagine di Pamela sia stata sfruttata da alcuni giornalisti e mass media per motivi puramente propagandistici. Io lavoro sulla strumentalizzazione mediatica del personaggio“. “Con il mio lavoro volevo criticare come alcuni politici e alcuni giornalisti hanno cercato di strumentalizzare la vicenda e come la realtà venga distorta per tante vicende tragiche – conclude l’autore -. Massimo rispetto, la mia era una critica a chi ha sfruttato l’immagine mediatica della ragazza per strumentalizzare voti e programma”.

Pamela Mastropietro, l’opera d’arte

Lo zio di Pamela Mastropietro, nonché legale della famiglia, Marco Valerio Verni, ha denunciato su Facebook quanto accaduto. L’avvocato, infatti, ha spiegato: “Noi andremo a fondo in questa vicenda per capire come sono andate le cose. Siamo venuti a conoscenza, per un caso fortuito, di questo quadro e lo abbiamo trovato blasfemo, dissacrante e offensivo sia della religione che di Pamela e della sua tragedia, oltre che dei familiari”.

“Ci dispiace che il viso di Pamela sia usato in questo modo, non avremmo avuto da ridire se fosse stato usato per messaggi positivi o di beneficenza. Ma che venga usato a nostra insaputa, in un contesto come questo, non fa che aumentare l’amarezza e la rabbia – ha proseguito Verni -. Al di là di qualsiasi messaggio l’artista volesse mandare, è raccapricciante averne preso visione. Valuteremo le azioni più opportune”.

Opera non esposta

Il gallerista Riccardo Costantini ha precisato che l’pera non è stata esposta alla mostra di Torino, precisando che “è stata una scelta dell’artista non esporla”. “Quando dovevamo lanciare la mostra in termini mediatici – ha spiegato – l’artista mi ha inviato l’immagine incriminata, una sua opera. L’immagine è stata postata sulla pagina Facebook dell’evento ed è girata, ma poi nel corso della programmazione l’immagine è stata sostituita con un’altra opera, che raffigura Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti rappresentati come due angeli e la scritta ‘Peneangeli'”.

La mostra

Costantini ha poi aggiunto: “Io come gallerista mi trovo spesso davanti a opere contraddittorie come questa. Non è mio compito esprimere giudizi morali sugli artisti. Non essendone l’autore non ne sono responsabile e non lo sono a maggior ragione dal momento che l’opera non è mai stata esposta“.

Alla mostra sono apparse circa 25 opere a sfondo politico o sull’immigrazione. “L’aspetto dell’immigrazione è stato relegato solo a una performance: in una stanza c’era una gabbia di ferro con dentro un ragazzo di colore, un rapper performer. I partecipanti arrivavano in una stanza vuota con la gabbia e il ragazzo e tiravano monetine per farlo esibire come una scimmietta”.

Infine, Costantini ha concluso: “È una performance ispirata a quella di due artisti di area latino-americana, ‘Due amerindi visitano il west’ che mette in scena la stereotipizzazione dell’immigrato, ridicolizzato e deriso come avvenuto nella nostra galleria”.