Si è svolta tra martedì 25 febbraio e mercoledì 26 febbraio un’ispezione dei Nas dei carabinieri di Cremona negli ospedali del lodigiano in relazione alla vicenda del coronavirus. Da quanto si apprende, un gruppo di uomini ha iniziato a controllare l’ospedale di Codogno per poi proseguire in quello di Casalpusterlengo e concludere nella notte tra martedì e mercoledì all’ospedale Maggiore di Lodi. L’obiettivo delle ispezioni è comprendere le dinamiche di diffusione del virus.
Coronavirus, ispezione dei Nas nel lodigiano
L’obbiettivo dell’ispezione dei Nas dei carabinieri di Cremona nel lodigiano è quello di ricostruire cosa sia successo con la finalità di prevenire ulteriori contagi da coronavirus. Infatti, pare sia partita dalla Lombardia la rapida diffusione del Covid-19.
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Il primo italiano positivo ai test era un 38enne di Codogno che aveva incontrato un gruppo di amici rientrati dalla Cina per una cena. Di lì a poco sua moglie, incinta all’ottavo mese, è risultata a sua volta positiva, così come molte altre persone entrate in contatto con il cosiddetto paziente 1.
Sono dunque partiti dall’ospedale di Codogno, zona rossa ed epicentro del focolaio del virus, i controlli dei Nas nella giornata di martedì 25 febbraio. In seguito i carabinieri hanno raggiunto con le dovute protezioni la struttura di Casalpusterlengo per poi concludere l’ispezione nella notte tra martedì e mercoledì con l’ospedale Maggiore di Lodi. L’altro grande epicentro del focolaio italiano, invece, è il padovano e in particolare il paese di Vo’ Sinistro, dove è morto Adriano Trevisan, prima vittima veneta.