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Coronavirus, la testimonianza: "A Codogno ho visto l'inferno"

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L'uomo è stato infettato da coronavirus nell'ospedale di Codogno: "Ciò che ho visto è un avamposto di guerra".

Un infetto da coronavirus, ricoverato a Codogno, ha rilasciato la sua toccante testimonianza. Luigi Tommasini è un fotografo di professione e risiede a Castelpurlengo, in provincia di Lodi. L’uomo ha contratto il virus proprio nell’ospedale di Codogno, dove era entrato per realizzare un servizio fotografico sull’epidemia. “Quel maledetto virus mi deve aver attaccato proprio lì”, ha detto. Poi ha raccontato: ” Il 24 febbraio ho iniziato a sentirmi male, avevo tosse e una febbre che non voleva saperne di andarsene. Sono arrivato fino a 39, ho resistito quasi una settimana cercando di curarmi da solo. Alla fine stavo così male che il 2 marzo mi hanno preso in carico. E mi hanno mandato a Lodi”.

Coronavirus, la testimonianza dall’ospedale di Codogno

Da qui comincia il racconto dell’inferno. Luigi sostiene di non aver mai visto qualcosa di peggio: “Come fotografo di cronaca sono abituato alle scene peggiori, ma ciò che ho visto al Maggiore è da avamposto di guerra. Malati stesi in barella ovunque, perfino negli stanzini. Ho atteso l’esito in una cameretta secondaria con altri due ammalati”, ha rivelato.

Poi l’uomo dedica parole di stima per tutto il personale ospedaliero, che in questi giorni sta combattendo una battaglia durissima contro il Covid-19. “Il personale a Lodi sta realmente combattendo una guerra, il modo in cui si prendono cura di noi è commovente”, ha affermato.

Fortunatamente, Luigi sta vincendo questa guerra. Nella giornata del 9 marzo, l’uomo ha confermato di stare meglio: potrà tornare a casa. Dopo la settimana di permanenza nel reparto malattie infettive di Lodi, Tommasini sarà dimesso. Tuttavia, il fotografo dovrà trascorrere da solo, senza contatti esterni, almeno altri dieci giorni.