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L'importanza dell'ascolto dei minori nei provvedimenti giudiziari

provvedimenti giudiziari, l'importanza dell'ascolto dei minori

L'ascolto dei minori coinvolti in provvedimenti giudiziari è un traguardo importante per la loro salvaguardia.

Talvolta capita che i minori non siano tenuti nella giusta considerazione dalle ordinanze, come è accaduto anche in questo periodo di emergenza sanitaria. Nei DPCM emanati negli ultimi mesi, infatti, si è prestata poca attenzione alle esigenze di chi, nel pieno dello sviluppo della propria personalità, socialità e crescita fisica, ha visto la propria vita messa in standby. Certo, tutti abbiamo sofferto per la pandemia e il lockdown, ma perché nessuno ha preso in considerazione il potenziale profondo turbamento psicologico dei nostri giovani? Gli adolescenti, però, hanno dimostrato di essere più maturi ed elastici di quanto gli adulti non pensassero, comportandosi in modo responsabile, rispettando tutte le limitazioni loro imposte, e adattandosi abbastanza facilmente alla difficile situazione.

Provvedimenti giudiziari, l’importanza dell’ascolto dei minori

Negli ultimi anni, l’intento del legislatore, soprattutto in materia di diritto familiare, è stato quello di venire incontro ai minori, mettendoli al centro degli ordinamenti, sia nazionali che internazionali. Il vero cambiamento di rotta per l’infanzia e la sua tutela si ebbe con la convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo del 20 novembre 1989 a New York, data che è stata scelta come Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia, ratificata in Italia nel 1991 e rafforzata con la Convenzione di Strasburgo ratificata nel 2003.

La situazione in Italia

Nel nostro paese, il diritto dei minori ad essere ascoltati è stato riconosciuto a livello legislativo con la legge 54/2006 per i procedimenti separativi. Ora il giudice è tenuto ad ascoltare i bisogni dei figli durante i processi di separazione, anziché basare l’esito della sentenza unicamente su quelli dei loro genitori. Prima dell’entrata in vigore della legge, i minori in un processo di separazione potevano solo assistere passivamente allo scioglimento del loro nucleo familiare, aspettando che qualcuno stabilisse con chi avrebbero dovuto abitare e in quali giorni. Sebbene va comunque ricordato che i giudici abbiano sempre agito con l’obiettivo di tutelare l’interesse e la salute dei minori, con la legge 54/2006, finalmente, si passa dalla protezione dell’infanzia al riconoscimento della titolarità autonoma di alcuni diritti in capo al minorenne.

Da tali convenzioni in poi il minore è stato titolare di suoi diritti e ad oggi nel nostro codice di rito è stato introdotto l’art 337 octies cc, in merito all’ascolto del minore nelle cause di separazione e divorzio. Infatti, i minori con capacità di discernimento devono essere ascoltati dal giudice necessariamente per valutare anche le loro esigenze. Nei processi familiari bisogna valutare anche il volere del figlio ultra-dodicenne e comprendere anche i suoi desideri. Questa evoluzione avutasi nell’ambito familiare è importante poiché dà voce anche ai figli e alle loro necessità.

La vita futura del minore passa anche per il suo ascolto, per la manifestazione della sua volontà. E questo è un traguardo importante per i minori e per la loro salvaguardia.