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Bambini torturati in diretta sul dark web, denunciati 17enni piemontesi

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Almeno 25 persone, tra cui due 17enni piemontesi, sono indagate per aver ordinato dietro pagamento abusi e torture su bambini nel dark web.

È uno scenario a dir poco agghiacciante quello presentatosi davanti ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, che assieme alla Procura dei minori di Firenze hanno iscritto nel registro degli indagati 25 persone (19 minorenni e 6 maggiorenni) accusate di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico e istituzione a delinquere, oltre a denunciare due 17enni piemontesi per reati analoghi. I giovani, un ragazzo e una ragazza ex compagni di scuola, riuscivano a penetrare all’interno del dark web dove ordinavano abusi e torture su bambini dietro pagamento in criptovaluta.

Bambini torturati sul dark web

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, i due indagati riuscivano a introdursi all’interno del dark web dov assistevano a video in cui venivamo compiuti abusi sessuali e torture su bambini, a volte interagendo in diretta con i carnefici al fine di chiedere ulteriori sevizie sui corpi dei minori. Stando alle parole dei carabinieri era possibile accedere ai video criptati dietro pagamento in criptovaluta e poteva capitare che le torture terminassero con l’amputazione di arti quando non con la morte della giovane vittima.

I luoghi dove avvenivano le violenze, denominate “red room” sarebbero con molta probabilità situati nel sud est asiatico, dove secondo gli investigatori: “Le richieste ‘live’ hanno costi molto rilevanti e assicurano guadagni altissimi alle organizzazioni straniere che compiono tali atti disumani”. L’indagine, denominata “Delirio”, ha in seguito portato alla scoperta di una chat chiamata “The Shoah Party”, nella quale erano coinvolti decine di minorenni provenienti da tutta Italia e su cui erano partiti accertamenti a seguito della denuncia di una mamma. Nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore minorile di Firenze Antonio Sangermano, sono stati posto sotto sequestro numerosi apparecchi come cellulari, computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne.