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Mafia Capitale, confermata condanna ad Alemanno: 6 anni di carcere

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"Sono sconcertato", ha commentato Gianni Alemanno a seguito della condanna per corruzione nell'inchiesta Mafia Capitale.

Venerdì 23 ottobre si è concluso il processo presso la Corte d’Appello relativo al filone d’inchiesta Mafia Capitale. È stata confermata la condanna a 6 anni di reclusione per Gianni Alemanno. L’accusa all’ex sindaco di Roma è di corruzione e finanziamento illecito. 

Secondo il pm Gianni Alemanno era “l’uomo politico di riferimento dell’organizzazione Mafia Capitale all’interno dell’amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco”. In questo modo avrebbe esercitato in modo illecito i propri poteri ricevendo in cambio dall’organizzazione di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, tra il 2012 e il 2014, quasi 300 mila euro.

Alemanno: “Sono sconcertato”

L’ex sindaco di Roma, presente in aula al momento della lettura della sentenza, si è detto contrariato. In particolare, la difesa avrebbe voluto che l’imputato fosse assolto dall’accusa di finanziamento illecito.

Sono sconcertato – ha detto Alemannoperché questa sentenza di Appello pur di condannarmi smentisce una decisione della Cassazione secondo cui i miei coimputati sono stati riconosciuti colpevoli di traffico di influenze. A questo punto io sono ‘un corrotto senza corruttore’. Evidentemente mi sono corrotto da solo. Proclamo la mia innocenza come ho fatto dal primo giorno. Faremo ricorso in Cassazione“.

I temi in questione sono stati successivamente esposti in un lungo post su Facebook, in cui Giovanni Alemanno è tornato a negare l’esistenza di Mafia Capitale: “Non si vuole accettare che Mafia Capitale non esiste e si continua a insistere su teoremi che hanno inutilmente infangato la nostra Capitale per dei fatti di corruzione molto meno rilevanti, per quantità economica e qualità degli intessi in gioco“.