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Coronavirus, la crisi delle attività dopo il secondo lockdown

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Simona Esu, titolare della palestra Simo Gym, ha dovuto vendere i suoi attrezzi per poter andare avanti.

Il secondo lockdown varato dal Governo per frenare i contagi da coronavirus sta mettendo in ginocchio molte attività, costrette a rimanere chiuse e a non esercitare la loro professione. Una di queste è la palestra Simo Gym di Paruzzaro, comune piemontese situato in provincia di Novara.

La proprietaria e insegnante di danza della palestra, Simona Esu, non nasconde le sue paure e la sua preoccupazione per la situazione che sta vivendo. Nonostante tutti gli sforzi effettuati fin dal primo lockdown dello scorso Marzo, attualmente si trova ancora impossibilitata a svolgere il suo lavoro. L’imprenditrice racconta che per poter andare avanti ha prima dovuto vendere le macchine isotoniche della sala pesi mentre adesso si è vista costretta a cedere alcuni attrezzi per la ginnastica artistica.

Crisi delle attività dopo 2° lockdown

La titolare ha seguito con rigore e scrupolo tutti i protocolli imposti dalle autorità, cancellando i corsi di danza che non si potevano fare e sanificando gli ambienti in modo accurato. L’investimento è stato cospicuo, nella speranza che fosse possibile continuare a lavorare. Poi il secondo lockdown e l’obbligo di chiudere ancora.

Non potendo lavorare, lei come tantissimi altri titolari di attività, non può provvedere a pagare le spese. Una situazione molto difficile che al momento non vede una via d’uscita. “Non mi sono arresa e ho proseguito” ha detto Simona Esu nell’intervista rilasciata a La Stampa “arricchendo l’offerta della palestra e dei corsi di danza continuando ad aggiornarmi. Cosa dovrò cedere ancora per fare sopravvivere la mia attività?”. Una domanda legittima che probabilmente si pongono molti altri imprenditori.