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Miozzo: "Preoccupato per assembramenti, numero chiuso in centro città"

Miozzo

Preoccupato per gli assembramenti nelle città in vista del Natale, Miozzo propone di introdurre il numero chiuso nelle vie del centro.

Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo ha espresso la sua preoccupazione sugli assembramenti nelle città in occasione delle vacanze di Natale: il suo consiglio è quello di istituire il numero chiuso in centro per evitare che la corsa allo shopping possa diventare un’occasione di contagio.

Miozzo: “Numero chiuso anti assembramenti”

Ciò che teme maggiormente, ha affermato in un’intervista al Messaggero, è il mancato rispetto delle regole. Riferendosi alle recenti immagini scattate nei centri commerciali o nelle vie del centro, ha dichiarato che le istituzioni devono trovare dei meccanismo regolatori del flussi. Altrimenti si rischia di replicare le code per gli skilift a inizio epidemia o la folla nelle discoteche dell’estate.

Anche perché l’indice di trasmissione del virus è sceso a 1,08 ma è comunque alto e si parte da una base di 25 mila casi positivi e oltre 600 morti al giorno. Di qui il suo monito: “Con gli ospedali affollati di pazienti Covid si morirà di infarto perché le ambulanze sono bloccate. Se hai un trauma cranico non troverai posto in terapia intensiva“.

Di qui l’idea di limitare l’accesso delle vie principali delle città – come può essere via del Corso a Roma -ad un numero stabilito di persone. Le regole attuali, ha spiegato, sono infatti sufficienti ma non vengono applicate. E diventerebbe a suo dire quasi ridicolo ribadire la corretta raccomandazione di non organizzare grandi cene tra congiunti “se poi per lo shopping hai la bolgia“.

Quanto alle cene e ai ricongiungimenti, Miozzo si è detto d’accordo sulla limitazione agli spostamenti interregionali anche tra regioni gialle. I grandi numeri dei movimenti facilitano infatti la trasmissione del virus. Pur accettando l’eccezione per chi va a trovare un familiare, non ha potuto no ammettere che “se ascolti un epidemiologo ti dice che è sbagliato ma lo accettiamo, altrimenti ci sarebbe la rivoluzione“. Di qui il consiglio a effettuare test rapidi prima di recarsi dai parenti in modo da ridurre le probabilità di contagio (ma non eliminarle del tutto).