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I morti della seconda ondata sono stati più di quelli della prima: i dati

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I morti e i contagi della seconda ondata sono stati notevolmente di più di quelli della prima: i dati al confronto.

Confrontando i dati relativi a morti e contagi da coronavirus nella prima e nella seconda ondata emerge che quest’ultima ha registrato non solo più casi ma anche più vittime. Secondo le stime degli esperti potrebbero arrivare fino a 45 mila (attualmente sono 33.731).

Morti seconda ondata

Osservando le statistiche ufficiali emerge che da febbraio al 31 maggio i morti furono 33.415 mentre nell’ondata autunnale si è già superata tale cifra e si prevede continui ad aumentare. Le stime sui contagi effettivi (non solo quelli risultati positivi al tampone) indicano inoltre in 3,9 milioni i probabili casi reali di coronavirus nella seconda ondata (e si potrebbero raggiungere i 4,5 milioni) mentre nella prima furono 2,3. Non vanno meglio i ricoveri: se lo scorso 4 aprile si raggiunse il picco di 29.010 ospedalizzazioni ordinarie, il 23 novembre la cifra è salita a 34.697.

Quanto alle terapie intensive il massimo di soggetti ricoverati contemporaneamente nella prima ondata (4.068) non è mai stato raggiunto (il picco della seconda è stato pari a 3.848). Ma mentre dopo tre settimane nella prima ondata il calo dei ricoverati in terapia intensiva fu del 48%, nella seconda è stato solo del 26%.

Possono essere molteplici le cause della maggior criticità rilevata in autunno. Tra queste l‘accelerazione dell’epidemia in estate causata da assembramenti e vacanze all’estero ma anche, dicono gli esperti, un possibile ritardo nell’introduzione delle misure restrittive. Il Dpcm che divide l’Italia a colori è infatti arrivato soltanto il 3 novembre ed è entrato in vigore dal 6 quando invece la curva dell’infezione risultava in fase esponenziale già dall’inizio di ottobre.