Nella giornata del 12 gennaio il Comitato tecnico scientifico ha suggerito a governo di prorogare lo stato di emergenza nazionale fino al prossimo 31 luglio, a causa dell’attuale andamento dell’epidemia di coronavirus nel nostro Paese. L’indicazione del Cts arriva a pochi giorni dalla firma del Dpcm con i provvedimenti restrittivi che entreranno in vigore a partire dal 16 gennaio e tiene conto di quattro parametri principali, tra cui la pressione sui posti letto, la sovrapposizione della pandemia con l’influenza stagionale e l’andamento della campagna vaccinale.
Cts, sì a proroga dello stato di emergenza
L’indicazione del Cts è stata presentata durante una riunione con il governo in cui si è discusso anche dell’eventuale riapertura degli impianti sciistici, riapertura che però è stata giudicata imprudente dallo stesso Cts e dal governo tanto che i rappresentanti delle regioni alpine hanno commentato: “Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita e del conseguente incremento della crisi di tutto il comparto turistico invernale della montagna, e chiediamo al governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite“.
In merito inoltre al protocollo e alle linee guida di utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, i rappresentanti delle regioni hanno aggiunto: “Durante i lavori della Commissione sono emerse le richieste che saranno avanzate al governo, in particolare una data garantita di apertura, ristori certi e immediati e proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate“.