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Donna partorisce in casa, dopo 30 ore di travaglio il bimbo muore

neonato

Dopo 30 ore di travaglio il piccolo non ce l'ha fatta. Due ostetriche sono finite sotto accusa in quanto non avrebbero rispettato il protocollo.

La mamma del piccolo Alessandro aveva deciso, in accordo col marito, di partorire in casa. Dopo 30 ore di travaglio il bambino è morto. Sono finite sotto accusa due ostetriche di 45 e 37 anni. Secondo il legale della partoriente, Piero Venturi, ci sarebbero state alcune incongruenze nel metodo utilizzato dalle due donne, come per esempio il trasporto in ospedale in auto e non in ambulanza. Le ostetriche non avrebbero quindi rispettato il protocollo. L’episodio è avvenuto a Rimini lo scorso novembre. Il piccolo Alessandro è morto soffocato ancor prima di venire alla luce. Le ostetriche sono state denunciate dalla mamma e dal papà di Alessandro e indagate per omicidio colposo. La coppia, come si legge dai quotidiani locali, è ancora sotto choc per la tragedia.

Bimbo morto dopo 30 ore di travaglio: presunte irregolarità da parte delle ostetriche

L’avvocato Piero Venturi, del Foro di Rimini, parla di alcune leggerezze e irregolarità che sarebbero state compiute nel corso del lungo travaglio. La coppia assistita da Venturi aveva deciso che il loro figlioletto dovesse nascere in casa, avviando un iter burocratico per ottenere il consenso dall’Asl.

Si pensava a un parto a basso rischio

Come informa il Mattino i nove mesi di gestazione erano trascorsi senza alcun problema, tanto che la ginecologa aveva dato il nullaosta, convinta che si trattasse di un parto a basso rischio. Le due ostetriche però avevano detto a marito e moglie che il feto si trovasse in una posizione anomala e che dovesse essere riallineato con una maniera specifica.

La notte in cui sarebbe dovuto nascere il bimbo, la donna sentiva dolori fortissimi tanto che il marito aveva proposto di portarla in ospedale Le due ostetriche avrebbero tuttavia insistito che la donna rimanesse a casa. La situazione però era in peggioramento e la partoriente sarebbe stata infine portata presso il reparto di ginecologia, ma in auto. Se così fosse avvenuto ci sarebbe stata una violazione del protocollo secondo cui è previsto il trasporto in ambulanza.