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George Floyd, i dettagli sulla morte e le parole del poliziotto

Morte George Floyd, le parole shock del poliziotto

Nuovi filmati rivelano dettagli scioccanti degli ultimi istanti di vita dell'afroamericano George Floyd. Si complica la posizione dell'agente Chauvin.

Il caso di George Floyd si riempie di nuovi dettagli, dopo la rivelazione delle parole del poliziotto Derek Chauvin, accusato della sua morte. Le registrazioni delle bodycam, la telecamere installate sugli agenti, rivelano particolari che aiutano a ricostruire tutta la faccenda. La pubblicazione delle frasi è stata richiesta da Earl Grey, l’avvocato dell’agente Thomas Lane, per poter archiviare le accuse nei suoi confronti.

La morte di George Floyd, che implorava il poliziotto

Stando alla pubblicazione delle frasi, l’afroamericano il 25 maggio scorso è stato fermato dagli agenti di Minneapolis. Le trascrizioni rivelano che, in un primo momento, l’uomo ubbidisce agli agenti. La reazione cambia quando Floyd vede l’auto della polizia. Soffrendo di claustrofobia, comincia ad agitarsi e implora gli agenti. Il legale del secondo agente incriminato ha spiegato che l’uomo ha cominciato a battere colpi in preda a una crisi d’ansia. Per questo, gli agenti hanno deciso di fermarlo a terra. “Il piano era di trattenerlo, così che non potesse più muoversi e farsi del male” ha commentato l’avvocato. Accando a Derek Chauvin e Thomas Lane, era presente anche l’agente Alexander Kueng, anch’egli incriminato.

Consapevole della morte, ha invocato la madre e i figli

Steso a terra, Floyd ha avvertito difficoltà a respirare e lo ha fatto presente: “Mi uccidi, amico“. Chauvin, allora, avrebbe risposto: “Allora non urlare, consumi ossigeno“. La risposta shock del poliziotto non ha smosso gli altri agenti in servizio. A un certo punto, l’agente Lane chiede al collega di girare l’uomo su un fianco, per evitare una posizione costretta. Chauvin, allora, gli risponde: “No, deve restare lì dove l’ho messo“. Per il legale di Lane, il suo assistito era “un novellino che si fidava di Chauvin“. Floyd, prima di morire, invoca per dieci volte il nome della madre e dei figli: “Dite ai miei bambini che li amo. Sono morto” sono state le sue ultime parole rilevate dalla videocamera.

I dettagli scioccanti delle ultime ore dell’afroamericano gettano nuove luce sulle dinamiche. Il caso Floyd ha scosso gli Stati Uniti e il mondo intero. Dal 25 maggio, unanime si unisce la voce che chiede giustizia contro qualsiasi forma di discriminazione di razza o genere.