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Coronavirus in Cina, nuovo focolaio nello Xinjiang: almeno 11 casi

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A seguito della scoperta di un focolaio nella regione dello Xinjiang le autorità della Cina hanno imposto limitazioni sui trasporti.

Persiste l’epidemia di coronavirus in Cina, seppur in forma assai ridotta rispetto ai mesi più caldi: non si placa infatti la scoperta di casi positivi, gli ultimi dei quali a Urumqi, capoluogo dello Xinjiang, dove le autorità hanno scoperto un focolaio.

Preoccupa anche l’aumento dei contagi in Catalogna, dove sono stati registrati oltre mille casi in 24 ore.

Coronavirus in Cina. focolaio nello Xinjiang

Si tratta dei primi contagi dopo 149 giorni di assenza. L’agenzia Xinhua ha riferito che per il momento sono 11 le persone positive all’infezione tra cui 8 asintomatici. Quello riscontrato sarebbe un focolaio domestico originato probabilmente da un uomo d’affari di ritorno da un viaggio nella provincia orientale di Zhejiang.

Quando è tornato in città ha effettuato un tampone dopo essere stato contattato dal Centro per il controllo delle malattie e il test ha dato esito positivo. Così si è proceduto a tamponare i suoi contatti stretti per un totale di 135 persone tenute sotto osservazione. Per evitare una diffusione capillare del virus le autorità hanno chiuso la metropolitana, dimezzato i servizi degli autobus così come i voli in arrivo e in partenza da Urumqi.


Come accaduto durante il picco della pandemia, i cittadini hanno preso d’assalto i supermercati per acquistare prodotti di prima necessità. Questo perché sui social network si era diffusa la voce che ci sarebbero state riduzioni degli spostamenti. “Taglieremo risolutivamente ogni canale di trasmissione. Aumenteremo i controlli nelle zone affollate, la gestione della rete di comunità e villaggi ed effettueremo severi controlli nelle cliniche degli ospedali“, ha fatto sapere la sezione di Xinjiang del Partito Comunista.