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Il professor Remuzzi: “La scienza non è la Bibbia, non credete a chi ha certezze”

Il professor Giuseppe Remuzzi

Il professor Giuseppe Remuzzi spiega che la situazione pandemica non è statica, ma in divenire: “La scienza non è la Bibbia, non credete a chi ha certezze”

Il professor Giuseppe Remuzzi è stato lapidario: “La scienza non è la Bibbia, non credete a chi ha certezze, se qualcuno vi dice di avere certezze, non credetegli”. Il direttore dell’Istituto Mario Negri fa il punto della situazione su pandemia e variante Omicron e spiega che “in Italia la curva sta rallentando. Il picco potrebbe esserci tra un paio di settimane, ma non è detto che ci sia”.

Picco o plateau natalizio, ma Remuzzi spiega: “La scienza non è la Bibbia”

Che significa? Che “potrebbe esserci un plateau, ora abbiamo un aumento di casi e ricoveri, ma in percentuale l’incremento è inferiore a quello delle scorse settimane. Abbiamo la ragionevole speranza che in un paio di settimane le cose inizino almeno a stabilizzarsi”. Poi Remuzzi spiega che si tratta di una “speranza ragionevole: se in questo ambito qualcuno vi dice di avere certezze, non credetegli. La scienza non è la Bibbia, non abbiamo una situazione statica”.

La situazione dinamica e il perché a parere di Remuzzi la scienza “non è la Bibbia”

A parere dell’esperto dunque la situazione è “estremamente dinamica, oggi ho imparato cose che ieri non sapevo. La scienza funziona così. All’inizio tanti di noi dicevano che il virus non muta e invece muta tantissimo. Inizialmente si diceva che la vaccinazione eterologa sarebbe stata un pasticcio, ora sappiamo che la risposta del sistema immunitario è molto più forte”.

Vaccinazioni pediatriche senza rischi ma Giuseppe Remuzzi insiste: “La scienza non è la Bibbia”

E in tema di vaccinazioni pediatriche? “I bambini tra i 5 e gli 11 anni vanno vaccinati, non rischiano nulla col vaccino. Tra Usa, Cuba e Israele sono stati vaccinati quasi 5 milioni di bambini e non c’è nessun allarme”. Per senza cadere nella mistica delle certezze al professore è stato chiesto di individuare un possibile range temporale di fine pandemia: “È difficilissimo fare previsioni, ma direi che questo virus starà con noi per i prossimi 2 anni”.