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Isis e talebani sono alleati? I rapporti fra le due organizzazioni

I rapporti fra Isis e Taliban sono controversi da sempre

Isis e talebani sono alleati? I rapporti fra le due organizzazioni non sono mai stati cordiali, anzi, obiettivi, condotta e dottrine li dividono da sempre

Il teatro geopolitico dell’Afghanistan li ha sovrapposti, rendendo le istanze e i metodi degli uni spesso quasi indistinguibili da quelli degli altri, confusi nel mare di sangue e soprusi che sono la loro carta di identità comune. Perciò val la pena provare a capire: Isis e talebani solo alleati o nemici? I rapporti fra le due organizzazioni sono da sempre complessi e trovano i principali elementi di distinguo non solo negli atti fondativi delle due organizzazioni, ma anche e soprattutto negli obiettivi che esse hanno. Ad ogni modo conviene sgomberare subito il campo da ogni equivoco e dare l’informazione netta: no, il Califfato Nero dell’Isis e la sua costola afghana dell’Isis-K e gli ex studenti coranici delle madrasse non sono alleati, né potranno mai esserlo, vediamo perché.  

Isis e talebani sono alleati? Gli studenti coranici e il disegno nazionale

I taliban hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan secondo un disegno che parte da lontano. L’aspirazione a fondare un Emirato Islamico prese piede quando alcuni gruppi di ex mujaheddin che avevano combattuto contro l’invasione sovietica degli anni 80 si diede un obiettivo suo: via dall’Alleanza del Nord del generale Massoud e appoggio ai nuclei integralisti che avrebbero poi costituito la nascitura Al Quaeda: sotto la guida del mullah Omar i talebani arrivarono al governo dell’Afghanistan nel 1996 e lo fecero in sordina. Poi arrivò l’11 settembre e Osama Bin Laden scelse Afghanistan e Pakistan come rifugio, gli Usa puntarono i riflettori su Al Quaeda e scoprirono che molti dei guerrieri che avevano finanziato erano diventati integralisti che li vedevano com il nuovo nemico. 

La prima grande differenza per capire se Isis e talebani sono alleati

Attenzione: qui scatta la prima differenza sostanziale con l’Isis: i talebani hanno sempre avuto aspirazioni regionali e nazionali, non puntano ad un dominio planetario, “semplicemente” vogliono che il loro paese  e solo quello, a contare Beluchistan e parte del Tagichistan, sia governato dalle loro aberrazioni religiose. I taliban non hanno dunque aspirazioni globaliste e da questo punto di vista sono simili per intenti un po’ ad Hamas in Palestina. Se i talebani sono di sipirazione sunnita, l’Isis o meglio, come viene chiamata dai suoi accoliti Daesh, è un’organizzazione a maggioranza salafita, cioè ancor più rigida nell’applicazione del fiq, il diritto corarico

Daesh e il sogno universale del Calliffato: ecco perché Isis e talebani non sono alleati

Nata alla fine della seconda metà degli anni 2000 tra Siria nord-orientale e l’Iraq occidentale, l’Isis ha proclamato un Califfato che via via è diventato mantra universale di lotta all’Occidente e in particolare agli Usa. L’Isis agisce, combatte e uccide dovunque, anzi, cerca target occidentali in ogni luogo dove l’occidente sia visibile, ha un apparato logistico più capillare e preparazione militare più moderna, perché i talebani di oggi sono ormai figli e nipoti dei fieri ed esperti guerrieri di Massoud, mentre i miliziani isis si sono forgiati in Siria. Sotto la guida di Abu Bakr Al Baghdadi Daesh ha ispirazioni sunnite ma controverse. Tuttavia di una cosa i suoi affiliati sono certi: i talebani, in quanto ex  ed attuali scherani degli Usa disposti a trattare con loro per fini politici, sono degli apostati, degli eretici da combattere e non saranno mai degli alleati con cui condividere la lotta al Grande Satana. 

Perché Isis e talebani non sono né saranno mai alleati: come leggere gli attacchi della falange del Khorasan a Kabul

Proprio in questo senso sono da intendersi gli attacchi dell’Isis-K a Kabul, perché creare scompiglio e terrore dove talebani, afghani e occidentali gestiscono un rientro controllato equivale a mandare due messaggi: gli studenti coranici impuri devono guardarsi le spalle e le loro aspirazioni a “governare” l’Afghanistan e magari a fare affari infrastrutturali con la Cina da trilioni di dollari andranno in fumo per sabotaggio mirato. La falange “locale” dell’Isis, la “K”, dalla provincia del Khorasan, è di fatto la spina nel fianco del talebani: è vicina, logisticamente organizzatissima, ha fatto suoi gli obiettivi generali di Daesh e può corrompere cnetinaia di ex regolari dell’esercito per accedere allo sterminato arsenale lasciato “chiavi in mano” dall’Occidente. Le bandiere nere dell’Isis e quelle bianche dei Taliban perciò in Afghanistan non sventoleranno mai assieme.