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Icastico racconta "Alcolico": "La dipendenza è una stampella emotiva"

Icastico alcolico

Nell'intervista esclusiva, Icastico ha raccontato il nuovo singolo, "Alcolico".

Guardarsi in faccia, accettarsi, prendere coscienza dei propri errori, delle fragilità e del proprio inestimabile talento non è mai facile. Icastico, eclettico musicista viterbese, ci ha provato con un nuovo singolo, “Alcolico”. Il brano si fa portavoce delle debolezze del cantante e persegue un’ammirabile funzione catartica, affinché chi lo ascolta possa immedesimarsi, sentirsi meno solo e finalmente compreso. Confusione, eccitazione e un turbolento moto di emozioni diventano musica e rispecchiano lo stato d’animo del protagonista, che usa l’alcol come escamotage per riuscire a sentirsi bene in mezzo alla gente. Nel testo non mancano le critiche alla società odierna, troppo spesso superficiale.

Icastico si avvicina fin da bambino al mondo della musica. Una valvola di sfogo, un conforto, un rifugio scoperto quasi per caso o forse per dispetto, ascoltando di nascosto i dischi dei genitori e imbracciando presto la chitarra. Inizia la sua carriera live a soli 14 anni spinto dalla necessità di comunicare il suo mondo interiore tramite le canzoni. Da quel momento esibirsi davanti al pubblico è diventata una sorta di missione. Scrive testi diretti e spesso provocatori, con sound che che vanno dall’hip-hop al rap rock. Ora Icastico è al lavoro per un nuovo singolo, al quale seguirà un album.

Icastico, il nuovo singolo “Alcolico”

“A chi non è mai successo di bere un bicchiere in più per lasciarsi un po’ andare o combattere l’ansia sociale che ci portiamo dietro? “Alcolico” non vuole essere una condanna, ma una descrizione di quello che mi è capitato di vivere in prima persona. Il desiderio di renderci diversi grazie all’alcol spesso sottintende il fatto che, così come siamo, non ci andiamo bene. La mia urgenza comunicativa nasce da questo: il bisogno di svelare i miei mostri interiori e imparare a parlarne e conviverci. Magari ridendoci su nel processo”, ha spiegato Icastico parlando del nuovo singolo.

E ancora:Non voglio fare la morale agli altri né impartire insegnamenti. Io stesso non ho trovato un modo alternativo all’alcol. Ma penso che la strada dell’equilibrio sia raggiungibile prendendo coscienza delle nostre zone d’ombra e integrarle nella nostra persona. I nostri mostri ci rendono quelli che siamo e solo assecondandoli possiamo sbocciare come individui ed evitare di rincorrere modelli imposti che ci rendono fotocopie”. “Cercare di lasciarci alle spalle i modelli che ci siamo imposti e imparare ad accertarci credo sia la più grande sfida che siamo chiamati a compiere in questa vita”, ha aggiunto.

Nell’intervista esclusiva, Icastico ha raccontato “Alcolico”: “Nasce nel corso di un periodo di astinenza forzata dall’alcol dalla durata di 30 giorni. In quelle settimane ho avuto modo di capire il ruolo centrale che ha l’alcol nella mia vita. Per me l’alcol è una stampella emotiva per far fronte alla pressione sociale. L’alcol è il pretesto per parlare di ogni tipo di dipendenza. Tutti cerchiamo un modo per apparire diversi rispetto a quelli che siamo davvero, perché l’incontro con gli altri e soprattutto con noi stessi ci terrorizza. Essere dipendenti dall’alcol, dal fumo, dal sesso, da Instagram non fa differenza. Siamo tutti sulla stessa barca e così dovremmo sentirci consolati, prendere coscienza del fatto che non siamo soli. Nel brano Icastico descrive un’esperienza personale, ma anche “una situazione in cui in tanti dicono di trovarsi”. “Alcolico”, ha aggiunto il suo autore, “è uno specchio e vuole svolgere una funzione catartica, farsi valvola di sfogo e dare consolazione”.

Icastico si fa portavoce di un tema delicato, quello delle dipendenze. Sotto le forme più diversificate, la canzone affronta il delicato e diffuso problema della dipendenza, che per molti spesso appare come la via più semplice per deviare di fronte alle difficoltà della vita o per sopperire a una mancanza o a una fragilità.

Icastico alcolico

La critica alla società

Icastico in “Alcolico” velatamente presenta delle critiche al mondo che ci circonda, che ci proietta sempre più verso “modelli irraggiungibili”. A tal proposito, il cantante ha spiegato: “Non mi occupo di critiche sociali, perché credo che l’emergenza vera che siamo chiamati ad affrontare sia umana e individuale”, non sociale e collettiva. E ancora: “Possiamo fare poco per la società, ma molto per noi stessi”.

Tuttavia, la società ci chiede “di essere felici, persone di successo, magri e sempre soddisfatti”. Invece, nota bene Icastico, “guardandoci allo specchio, ci scopriamo tristi, pigri, grassi. Non siamo nella condizione di poterci accettare per quello che siamo”.

La musica di Icastico

L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus ha costretto tutti a un prolungato lockdown. Per un cantante, appartenente a una categoria oggi poco tutelata e la cui ripartenza appare ancora incerta, la lontananza dal pubblico si fa sentire. Lo ha spiegato lo stesso Icastico, che nell’intervista ha raccontato: “Negli ultimi tre anni ho fatto 3/4 concerti a settimana. Quindi è diventato un modo di vivere”. La prima settimana di lockdown, interrompendo la frenetica routine di sempre, “è stato un sollievo”. Tuttavia, in seguito, “ho iniziato a sentire una forte mancanza.

Icastico alcolico

Nelle settimane di chiusura forzata e di isolamento, Icastico ha avuto modo di ultimare il suo album, ma manca “una componente importante della mia vita”. Infatti, ha ribadito: “I miei concerti sono catartici per chi ascolta, ma lo sono anche per me. Essendo molto empatico, è come se riuscissi a raccogliere i mostri di tutte le persone presenti. Mi carico sulle spalle i mostri di ciascuno e vivo così un climax ascendente: nonostante le nostre imperfezioni, cerco di far capire l’importanza di accettarsi e il bello di ritrovarsi tutti insieme a cantare, ballare e divertirsi”. Non nasconde il suo più grande desiderio: “Spero ci sia presto la possibilità di tornare a suonare e fare concerti. Vorrei tornare presto dalle mie icastiche e dai miei icastici”.

Sulla sua passione per la musica ha aggiunto: “I semi di questo progetto sono nati molto presto. Sono stato un bambino e poi un adolescente problematico. Ho avuto molte difficoltà a relazionarmi con le persone e a lungo ho manifestato una forte avversione per l’autorità, di qualsiasi tipo. Ascoltando i dischi dei miei genitori, iniziando a suonare la chitarra e studiando, ho alimentato la mia passione per la musica. Il passo successivo è stato canalizzare il mio disagio e la mia sofferenza per dar vita a qualcosa che potesse aiutare gli altri. Con il tempo, “ho scoperto che questa missione è ciò che mi rende soddisfatto”.