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Il nuovo album di Lory Muratti: "È figlio della speranza e del disagio"

Lory Muratti Lettere da altrove

Nell'intervista esclusiva Lory Muratti ha presentato un progetto personale, intimo e ambizioso: "Lettere da altrove" è il suo nuovo spoken album.

È una chiacchierata all’insegna della delicatezza. Interessanti spunti si alternano a dolci riflessioni. I progetti di Lory Muratti sono ambiziosi e frutto di un attento lavoro introspettivo. Ha scandagliato con cura i suoi pensieri e interrogato con amore i suoi sentimenti più intimi. Così nell’intervista esclusiva Lory Muratti ha descritto il suo nuovo album, “Lettere da altrove”. Attento alla dimensione più psicologica e ai sentimenti più intimi, l’artista trova nella creatività il suo rifugio, realizza progetti unici e ambiziosi, cattura sensazioni profonde e personali, nelle quali però un po’ tutti potremmo riconoscerci.

Lory Muratti è producer, scrittore e regista. “Lettere da altrove” è il suo nuovo e originale spoken album composto da tracce che si ispirano alla serie video-narrativa ideata dall’artista durante il periodo di lockdown. Un armonioso connubio musicale, letterario e visivo con il quale l’artista racconta la convivenza di due amanti che si ritrovano inaspettatamente “imprigionati” in un ex ricovero barche su un lago del Nord Italia a causa di una misteriosa epidemia. Un luogo lontano dal mondo che porta i protagonisti a navigare in un limbo senza contorni, scosso non solo dalle notizie che giungono a tratti per vie digitali, ma soprattutto dal continuo mutare delle loro emozioni.

“Quando la scorsa primavera il mondo si è fermato di schianto, è stato subito chiaro che non avremmo potuto semplicemente attendere l’estate. Nonostante ciò, avevo deciso che non avrei dato voce al mio isolamento se quella solitudine non avesse iniziato a svelarsi al mio sguardo attraverso qualcosa che valesse davvero per me la pena di essere raccontato”, ha dichiarato Lory Muratti spiegando come prende piede il progetto di “Lettere da altrove”. “Al chiasso digitale che aveva sostituito il nostro essere vivi e presenti, avrei preferito il silenzio. Ho lasciato così passare i giorni fino a che parole e musica, restituendomi la presenza di memorie e creature della mente, hanno ricominciato a pervadere il mio tempo, rendendosi necessarie e facendosi urgenti. Trovare un posto per loro significava mettermi completamente a nudo sia come uomo che come autore. Solo così avrei dato un senso a quel momento e avrei trovato il motivo che mi avrebbe tenuto in viaggio anche da fermo”, ha confidato.

Le sue parole suonano attualissime, un conforto in giorni bui, una speranza in un periodo ancora indecifrabile, lontano dalle tradizioni più consuete.

Lory Muratti, “Lettere da altrove”

Nasce durante il primo lockdown. La creatività per me è un rifugio. Affidandomi alla creatività trovavo un’ancora di salvezza e ritrovavo una ragione in giorni in cui tutto sembrava essere perso, un po’ come nella delicata situazione che stiamo vivendo. In questo modo ho cercato di mantenere un equilibrio. Ho raccontato quanto vivevo trasponendolo in una vicenda a due, perché le mie lettere sono scritte nel futuro e rivolte al passato. C’è una fantasmagorica interlocutrice con la quale si suppone stessi vivendo i giorni di chiusura generalizzata. Invece, ero da solo. Usare uno specchio al femminile e il dialogo con una persona che sembra solo una creatura della mente e viene da un tempo diverso (il futuro, quando la situazione sarà finita), mi ha permesso di creare qualcosa che fosse profondamente legato alla situazione e, al contempo, una strategia personale per evadere dallo stress della situazione”, ha spiegato Lory Muratti parlando dell’ispirazione che ha dato vita a “Lettere da altrove”.

“Coniugo letteratura e musica, quindi spesso ho bisogno di tempo. E solitamente ho una gestazione molto lunga. Questo progetto, invece, è figlio dell’urgenza. Mi sono rifugiato in me stesso. Cercavo un motivo per esserci. Se tutto ciò si è tradotto in un messaggio condiviso o condivisibile ne sono felice”, ha spiegato con quell’estrema delicatezza che lo caratterizza.

Lory Muratti, riferendosi a “Lettere da altrove”, ha aggiunto: “Ci siamo trovati in una situazione completamente innaturale. Con i dialoghi che compongono il mio nuovo progetto mi soffermo sulla dimensione più intimistica e psicologica, quella che nell’attuale situazione di emergenza sanitaria viene troppo spesso accantonata”. Lory Muratti ha tenuto a sottolineare che “Lettere da altrove” è figlio “del disagio e della speranza”. “Volevo dare voce a un’apparente contraddizione tra colui che si sente smarrito e, al contempo, sente di avere energia da spendere e un desiderio di rivalsa contro qualcosa di invisibile. A rappresentare tutte queste emozioni è una figura femminile che fa da fil rouge al progetto. La donna è il rifugio e lo specchio delle emozioni in divenire. Per me è stato indispensabile per capire come mi sentissi”, così l’autore ha descritto lo stato d’animo da cui prende le mosse il suo progetto. “Avevo emozioni contraddittorie e volevo dare loro voci“, ha aggiunto.

Lory Muratti Lettere da altrove

Ma se davvero potesse trovarsi in un “altrove” quali sono i sentimenti trattenuti che vorrebbe esternare? “Sono molto incline a parlare della dimensione emotiva. Cerco di mettermi abbastanza a nudo per raccontare il fronte più emotivo e sensibile di alcune dinamiche anche sentimentali. Ma è la rabbia il sentimento che più mi piacerebbe esternare: se non viene trasformata ma solo messa in opera, diventa violenza. La rabbia dev’essere trasformata: è questo che mi piacerebbe fare in un altrove ideale. Se ne ricaverebbero molti aspetti positivi. Dalla seduta psichiatrica al teatro: sono espressioni catartiche che permettono di stare meglio. L’arte è un bisogno primario”, ha sottolineato Lory Muratti.

La delicatezza dell’acqua

Lory Muratti ha parlato di “Lettere da altrove” anche in riferimento ai luoghi in cui sono state effettuate le riprese dei videoclip. Il lavoro è stato realizzato “in solitaria” presso un vecchio ricovero barche sul lago di Monate. “Sono stato fortunato: ero isolato nel mio studio e così ho potuto creare nuovi prodotti. Questo spazio e questo lago sono un cardine portante della mia dimensione letterario-narrativa. Essere isolato è stata una scelta obbligata, a causa del lockdown generalizzato della scorsa primavera, ma mi sono sentito fortunato”, ha commentato.

A proposito del suo attaccamento per le acque del suo paese, ha aggiunto: “Il lago di Monate è centrale anche nelle mie pubblicazioni. Si tratta della dimensione lacustre, che è ricorrente in ciò che scrivo. Per “Lettere da altrove” sono rimasto strettamente legato al luogo e così monoliticamente rivolto al lago anche in termini narrativi. Mi ha permesso di trattare alcuni aspetti portandoli alla quinta essenza”. Quindi ha concluso: “Il mio ultimo progetto è a tutti gli effetti un lavoro di lago. Ho fatto un disco di lago e spero possa nascere anche un romanzo di lago, un luogo che per me è una scelta di vita”.

L’arte a 360 gradi

Lory Muratti non ha descritto solo il nuovo album, “Lettere da altrove”. Nel corso dell’intervista ha ripercorso anche la sua carriera, spiegando come coniuga la sua passione per la musica all’amore per la scrittura. “È stato un lungo percorso. Tanti progetti sono figli del marketing, ma io preferisco produrre per esigenza creativa. Un’urgenza creativa mi spinge a scrivere un racconto. È sempre stato quello il mio punto di partenza per poi dare vita a un testo musicale. Gli aspetti psicologici che soggiacciono alla narrazione diventano immagini nella mia testa. Così ho capito che per esprimere il mio prodotto artistico avrei necessitato di narrazione, che diventa il romanzo, di musica, con cui sintetizzo in chiave emotiva la storia che sto raccontando, e della parte visiva, che mi permette di esplorare temi più psicologici. Infatti, amo moltissimo registi come David Lynch che puntano sulla forza psicologica. Sa ribaltare il subconscio e far emergere ossessioni complesse”.

Quindi ha sottolineato: “È un percorso che non finirà mai. Ognuno di questi ambiti potrebbe richiedere la dedizione di una vita. Unirli tutti e tre è una sfida personale per trovare un mio linguaggio. Non aspiro a diventare un enorme regista o musicista. Voglio essere il più coinvolgente possibile.

Lory Muratti Lettere da altrove

I nuovi progetti di Lory Muratti

“Il libro e il disco chiudono la trilogia della famiglia Muratti. I miei sono libri di auto-fiction: c’è una componente narrativa che è pura finzione, ma basata su una realtà biografica e personaggi reali che si muovono in uno spazio in cui non si distingue nitidamente la sottile linea tra ciò che è reale e ciò che è immaginato”. Così Lory Muratti ha parlato dei progetti su cui è al lavoro.

Quindi ha aggiunto: “Il romanzo la scorsa primavera si è dovuto fermare. Ma dopo “Lettere da altrove”, che improvvisamente e inaspettatamente è diventato una priorità, sarà il primo progetto che riprenderò in mano. È un progetto inatteso che sta prendendo forma”. In futuro, inoltre, spera di poter tornare alla dimensione live. “Dopo aver pubblicato delle lettere, spero di farle diventare delle corrispondenze: dopo aver seminato, sarò io a raccogliere dagli altri”, ha confidato.

“Un grande grazie a Paolo Izzo, con la sua Riff Records, l’etichetta indipendente che mi ha accompagnato nel mio lavoro. Un ringraziamento anche a Orhan Erenberk, il co-produttore esecutivo del mio ultimo progetto. Lui è un illuminato imprenditore belga. Sono le due figure con cui, al telefono, ho fatto diventare reale quella che in me era solo un’idea. Sono stati fondamentali”, ha sottolineato l’artista.